domenica, ottobre 14, 2007

The one you can't reform

La scorsa estate Lawrence Lessig ha annunciato che avrebbe spostato la sua attenzione dagli studi sul copyright a quelli sulla corruzione nella politica e nella società. Questa mattina ho avuto modo di ascoltare la sua prima lezione sul tema e mi hanno colpito in particolare due passaggi.
Il primo sulla necessità per lo studioso "to move on after ten years": l'ho trovato un impegno gravoso ma a cui ogni vero innovatore non può sottrarsi. Abbandonare luoghi già esplorati per spingersi verso nuovi orizzonti di ricerca ha un innegabile elemento di fascino e di poesia. Una simile impostazione mi piacerebbe vederla adottare anche dai nostri professori universitari. Tranne poche eccezioni, infatti, regna l'immobilismo più totale. Il secondo punto che ho trovato molto interessante è quello sintetizzato dall'espressione: "the one you can't reform". Davanti ad episodi di corruzione (morale, politica, sociale) particolarmente gravi si tende a concentrare tutta l'attenzione sul mostro di turno, cioè proprio su quello che non puoi cambiare, e si ignorano le persone che a quella specifica corruzione hanno contribuito con il loro comportamento omissivo, non facendo assolutamente nulla perchè l'evento non si verificasse o, quanto meno, non proseguisse. Sono quelle le persone che puoi cambiare e su cui occorre far leva affichè il loro torpore morale si dissolva.


"If politicians are those monsters, we are those good people. We are all complicit." Lawrence Lessig

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