lunedì, ottobre 29, 2007

Le grandi battaglie a tutela della creatività - 2

Nelle grandi battaglie a tutela della creatività nessuno può considerarsi al sicuro, neppure un aspirante candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d'America. Il Senatore John McCain si è visto recapitare dalla Fox una lettera di diffida per aver utilizzato, in uno spot della propria campagna presidenziale, pochi secondi di un dibattito televisivo trasmesso per l'appunto dalla Fox in cui ironizzava sulla proposta della senatrice democratica, Hilary Clinton, di istituire un museo dedicato al concerto di Woodstock. Nel filmato incriminato c'è il logo della Fox che compare in basso a sinistra per pochi secondi e così la Fox chiede che quei lunghissimi 18 secondi vengano rimossi.
Il senatore McCain ha respinto al mittente la richiesta, sostenendo che si tratta di un uso perfettamente lecito e consentito dalle disposizioni in materia di Fair Use. Chissà come andrà a finire, nel frattempo però potete guardare la pietra dello scandalo.


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domenica, ottobre 28, 2007

Sedurre, abusare o sfruttare per me pari sono...

Nel c.d. pacchetto sicurezza licenziato dal Governo qualche giorno fa ed ora al vaglio del Parlamento si prevede l'introduzione dell'ennesima ipotesi di reato che interessa direttamente Internet.

Mi sembra di tutta evidenza, ormai, che per coloro che ci governano la Rete è un luogo di terroristi, fanatici, anarchici e pure un pò pervertiti.

La disposizione è la seguente: "Art. 609-undecies. - (Adescamento di minorenne). - Chiunque, allo scopo di sedurre, abusare o sfruttare sessualmente un minore di anni sedici, intrattiene con lui, anche attraverso l'utilizzazione della rete INTERNET o di altre reti o mezzi di comunicazione, una relazione tale da carpire la fiducia del minore medesimo è punito con la reclusione da uno a tre anni."

La prima cosa di cui si viene a conoscenza è che la seduzione, l'abuso o lo sfruttamento (che nella norma rappresentano l'elemento alternativo di dolo specifico) per la norma in commento sono finalità perfettamente equivalenti e tutte disdicevoli.

La seconda è che, come se non bastasse la pedofilia virtuale, adesso si vuole sanzionare penalmente anche la "relazione virtuale"... credo che il prossimo passo sarà sanzionare penalmente i pensieri impuri (sporcaccioni!).

La terza è che mentre nel mondo reale avere rapporti sessuali con una persona minore di anni 16 ma maggiore di anni 14 non è reato, su Internet lo diventerebbe la semplice "relazione virtuale" (su questo punto rimando alle lucide considerazioni di Daniele Minotti).

La quarta: quando si verifica l'evento? Cioè, quando si può dire che una relazione sia arrivata al punto tale da carpire la fiducia dell'interessato? E soprattutto qualora intrattenessi una simile relazione ma non carpissi la fiducia del mio interlocutore o interlocutrice non dovrei rientrare nella fattispecie di cui sopra, giusto?
In realtà, allora a leggerlo bene siamo di fronte a un grande provvedimento a favore dell'onestà intellettuale nelle relazioni...infatti se la relazione la si imposta sull'onestà... dicendo apertamente che si intende sedurre l'interlocurore/interlocutrice (o sfruttarlo sessualmente! sic!) si dovrebbe altresì essere al di fuori della nuova ipotesi di reato.

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sabato, ottobre 27, 2007

La SIAE si apre al Copyleft

La notizia è di quelle da far sobbalzare sulla sedia! Come direbbe un nostro Ministro, che "c'azzecca" la Siae con il copyleft, con le Licenze Creative Commons e via discorrendo? Ed invece c'azzecca, o meglio c'azzeccherà in futuro grazie all'opera paziente e tenace di Lorenzo De Tomasi ed Ermanno Pandoli (Network Frontiere Digitali - Sportello Liberius).
Vi riporto qui di seguto il comunicato stampa. Buona lettura!

La Siae ha avviato un progetto pilota per il riconoscimento delle licenze con alcuni diritti riservati (tra cui le Creative Commons), in collaborazione con Free hardware foundation Italia.

La Siae intende studiare a fondo tutte le implicazioni delle licenze generali pubbliche di diritto d'autore con alcuni diritti riservati in uso nel settore musicale. Lo studio avviato dalla Siae prevede diverse fasi.

La prima è quella di approfondire e chiarire il concetto di uso commerciale, uso non commerciale e uso promozionale dell'opera.

La seconda fase prevederà la definizione delle modalità di distribuzione dell'opera (online o su supporto materiale) e le pubbliche esecuzioni (concerti, intrattenimenti e musica d'ambiente) consentite.

La terza fase è la più delicata e prevederà un confronto all'interno degli organi rappresentativi della base associativa della Siae per verificare la possibilità di gestire forme alternative al mandato generale che l'autore conferisce alla Siae per la gestione collettiva dei suoi diritti, che consenta maggiore libertà di scelta all'autore sulle modalità di diffusione della propria opera, ed approfondisca il tema dei relativi costi di gestione.

La quarta fase approfondirà gli strumenti tecnico informatici utilizzabili per assicurare la massima trasparenza ed informazione della titolarità dei diritti di utilizzazione economica dell'opera, al fine di consentire alle terze parti utilizzatrici di verificare la possibilità di uso legittimo dell'opera secondo le scelte dell'autore.

Nel far questo la Siae si avvarrà, tra l'altro, della collaborazione della Free Hardware Foundation e dello sportello Liberius che, attraverso l'utilizzo di sistemi aperti e collaborativi (wiki, liste di discussione), cercherà di coadiuvarla nell'implementazione del suo studio attraverso una consultazione pubblica e la partecipazione delle varie realtà dell'associazionismo digitale, dei consumatori e degli autori interessati alla materia.

La consultazione sarà realizzata attraverso gli strumenti del web collaborativo e una serie di incontri pubblici ad hoc. Il fine della consultazione e della partecipazione sarà quello di studiare uno schema che possa essere condiviso da parte degli attori interessati, nel rispetto deI dirittI degli autori e degli utilizzatori delle opere.

Per maggiori informazioni leggi l’approfondimento, per richieste di chiarimenti inviaci un’e-mail (ermanno.pandoli_at_gmail.com oppure lorenzo.detomasi_at_gmail.com) o contattaci telefonicamente:

Ermanno Pandoli, cell. +39 388 92 64 894
Lorenzo De Tomasi, cell. +39 392 59 76 416
Al più presto saranno attivati gli strumenti collaborativi.

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giovedì, ottobre 25, 2007

Cose da pazzi

Se ne è parlato tanto negli ultimi giorni: il progetto di riforma della legge sull'editoria contiene delle perle che hanno travalicato i confini nazionali per trovare eco sulle pagine del Times. Ci hanno definiti una nazione governata da anziani signori eletti da anziani signori. Siamo, davvero, qualcosa di diverso? Si può accettare con serenità che, a fronte di una valanga di critiche, un Ministro della Repubblica se ne esca dicendo, in buona sostanza, "Scusate ma non avevo letto con attenzione un provvedimento che porta il mio nome"?
Mi rendo conto che chi frequenta la rete, chi ne ama l'architettura, in qualche modo tende a sviluppare una visione di parte. A volte, perciò, mi piacerebbe guardare ad Internet con gli occhi di chi non la usa, se non per farsi stampare dalla segretaria le email che gli arrivano su una casella di posta elettronica che qualcun altro gli ha attivato e che, se non fosse per quei biglietti da visita su cui te la segnano in bella mostra, nemmeno si ricorderebbe che esiste. Ecco, mi chiedo: ma loro, come la vedono Internet? Come vedono noi, che raccontiamo quello che ci capita su un Blog, che dedichiamo tempo e denaro a cause ed iniziative da cui non ricaviamo mai un euro, ma anzi uno e più euro ce li rimettiamo sempre? Cosa penserebbero di me, che uso la mia carta di credito per finanziare Creative Commons e sono contento come un bambino quando mi arriva la lettera di ringraziamento e qualche adesivo da mettere sul pc?
Come ci vedono? Fanatici, terroristi, anarchici? Come siamo? Perchè io penso che se fai politica e scrivi o ti scrivono una roba per cui obblighi migliaia di persone ad iscriversi ad un pubblico registro (fosse anche mandare solo un'email o compilare un form online) mentre prima non lo dovevano fare, allora io mi aspetto che tu abbia fatto (o ti abbiamo fatto fare) un ragionamento per cui sei arrivato a pensare che forse è bene che migliaia di persone siano un pò più controllate. Non tanto, ma un pò di più si. E allora di questa gente io incomincio ad avere paura.

P.s.: oggi prima riunione della Commissione "Diritto d'Autore e Nuove Tecnologie", nell'ambito del Comitato Consultivo Permanente sul Diritto d'Autore. Proviamo a ripartire da lì, dai diritti dei fruitori dei contenuti digitali. Non abbiamo bisogno di nuove costrizioni, abbiamo bisogno di nuove libertà.

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venerdì, ottobre 19, 2007

Giù le mani dai blog!

Accolgo volentieri l'invito di Alessandro Bottoni, vice presidente del Partito Pirata, per un google bombing a difesa della libertà di espressione in rete.
Col favore delle tenebre. No, anzi… delle ferie

In pieno Agosto 2007, mentre l’intero paese era in vacanza, il solerte Ricardo Franco Levi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha presentato un progetto di legge chiaramente concepito con il solo scopo di mettere la museruola a tutti coloro che intendono far sentire la voce della Società Civile attraverso il World Wide Web. La settimana scorsa, nel più assoluto silenzio, questo progetto di legge liberticida ha ottenuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri, guidato da Romano Prodi. Ecco come ne ha dato la notizia Repubblica:

ROMA - Consiglio dei ministri del 12 ottobre: il governo approva e manda all’esame del Parlamento il testo che vuole cambiare le regole del gioco del mondo editoriale, per i giornali e anche per Internet. E’ un disegno di legge complesso, 20 pagine, 35 articoli, che adesso comincia a seminare il panico in Rete. Chi ha un piccolo sito, perfino chi ha un blog personale vede all’orizzonte obblighi di registrazione, burocrazia, spese impreviste. Soprattutto teme sanzioni penali più forti in caso di diffamazione.
[Da Repubblica del 19 Ottobre 2007]

Scherzetto o balzello?

La prima, e la più grave, conseguenza, di questo scherzo di Halloween del nostro amato Governo è un aumento iperbolico dei costi e delle complessità burocratiche necessari per mantenere in vita un qualunque sito web, compreso un blog personale. In pratica, chiunque volesse pubblicare qualunque cosa (anche le ricette della nonna) su un blog gratuito (come Wordpress o Blogger) sarebbe comunque costretto a registrare la propria “testata giornalistica” presso il famigerato ROC (“Registro degli Operatori di Comunicazione”). Per chi non lo sapesse, il ROC è un database delle persone autorizzate dalla legge a parlare in pubblico, cioè qualcosa che esiste in due soli paesi al mondo: in Italia ed in Cina!
Ecco come spiega quello che sta succedendo il quotidiano Repubblica:
“Articolo 6 del disegno di legge. C’è scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall’Autorità per le Comunicazioni, chiunque faccia “attività editoriale”. L’Autorità non pretende soldi per l’iscrizione, ma l’operazione è faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attività editoriale - continua il disegno di legge - significa inventare e distribuire un “prodotto editoriale” anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale è tutto: è l’informazione, ma è anche qualcosa che “forma” o “intrattiene” il destinatario (articolo 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, Web incluso.”
[Da Repubblica del 19 Ottobre 2007]

Per legge, una “testata giornalistica” (come “Repubblica Online” o “Punto Informatico”) deve avere un suo Direttore Responsabile e deve essere pubblicata da una Società Editrice. Ovviamente, sia l’uno che l’altro vogliono essere pagati per il lavoro che svolgono e per le responsabilità (anche penali) che si accollano. Altrettanto ovviamente, nessun blogger sarà mai in grado di coprire questi costi. Di conseguenza, la stragrande maggioranza dei blog gestiti da italiani sono destinati a chiudere. Si noti che questo vale anche per i blog pubblicati in altre lingue e su altri mercati. Ciò che conta è infatti la residenza dell’autore.
Questo disegno di legge potrebbe quindi riuscire in qualcosa che nemmeno il giverno Cinese è mai riuscito a mettere in atto: la cancellazione dei blog dalla faccia del pianeta. Incredibilmente, potrebbe riuscire in questa opera senza nemmeno varare una legge che affermi esplicitamente che gestire un blog è illegale. Una azione come questa, infatti, susciterebbe un coro di proteste. Il nostro amato Governo potrebbe riuscire in questa impresa semplicemente innalzando i costi di gestione di un blog ad un livello inaccettabile per gli autori. Un modo molto più sottile e meno appariscente di mettere in atto una delle più odiose forme di censura che si possano concepire.

Il porto d’armi per il Blog

Ma questo è solo uno degli effetti di questo progetto di legge. L’altro è che trasformando i blog in testate giornalistiche si trasformano i blogger in giornalisti de facto ed i loro reati da semplici maracechelle in reati penali di notevole peso. In particolare, il reato di diffamazione commesso da un blogger non sarebbe più “diffamazione semplice” ma “diffamazione a mezzo stampa”. La differenza in termini di anni di galera e di euro di danni da pagare al diffamato è notevole.
In buona sostanza, chiunque volesse ancora dire la sua attraverso un blog dovrebbe agire con la stessa cautela di chi decide di portare un’arma sulla persona.
Le rassicurazioni di Mangiafuoco
Naturalmente, a fronte di un testo di questa gravità, steso nero su bianco, il Sottosegretario Levi sta spendendo una grande quantità di parole (vibrazioni dell’aria tra due persone) per rassicurare i blogger che “No, assolutamente! Non è nostra intenzione chiudere la bocca alla Società Civile ed ai dissidenti”. Ecco come riporta le rassicurazioni del sottosegretario il solito quotidiano “La Repubblica”:
Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre della riforma, sdrammatizza: “Lo spirito del nostro progetto non è certo questo. Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile”.
[Da Repubblica del 19 Ottobre 2007]

Verba volant, scripta manent….

Ma è possibile una cosa del genere? O ci state prendendo in giro?
Giudicate voi stessi:
Testo della Proposta di Legge del 3 Agosto 2007” sul sito del Governo.
Il Governo riforma l’editoria. Allarme in Rete.” a Repubblica Online.
Il Governo vara la Internet Tax.” a Punto Informatico.
La nuova legge sull’editoria del Governo obbligherà tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche” a Civile.it.

Che fare?

Si può fare qualcosa per contrastare questo ignobile progetto di censura, degno solo della più squallida delle dittature? Si, si può fare qualcosa. Ad esempio, si può spargere la voce. Si può far sapere all’intero paese (e, se possibile, al mondo intero) che un Governo che si autodefinisce di Sinistra, vicino al popolo e difensore della Libertà, sta cercando di cancellare l’intero “fenomeno blog” dal suo ramo di Internet.
Lo si può fare ripubblicando questo testo, così come lo trovate, sui vostri siti web, ovunque possibile. Questo testo, infatti, contiene al suo interno un link a sé stesso. Ripubblicandolo su molti altri siti web si fa in modo che Google (ed altri motori di ricerca) lo innalzino nel loro punteggio (“rank”) e lo presentino tra i loro risultati migliori ogni volta che un internauta cerca il termine “blog”. In questo modo, chiunque sia interessato, anche marginalmente ai blog può essere raggiunto da questo grido di allarme. Per ripubblicare il testo, basta fare un copia&incolla.
Questa tecnica si chiama Google Bombing e, a dispetto del nome è perfettamente legale e perfettamente corretta. Potete trovare altre informazioni su questa tecnica a wikipedia: Google Bombing.

Questo è il link che mette in atto questo meccanismo:
Blog

Ovviamente, questo testo viene pubblicato con una licenza adatta a questo scopo:
Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.

Inoltre, potete firmare la petizione che abbiamo aperto per contrastare questo disegno di legge:
http://www.petitiononline.com/noDDL/petition.html

Grazie della vostra collaborazione
Alessandro Bottoni

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mercoledì, ottobre 17, 2007

La strana storia di Angel_F

Questa mattina ho ricevuto da Oriana Persico di FrontiereDigitali questa curiosa storia...


Piccola annotazione personale: se le nostre attività in futuro passeranno sempre più attraverso forme di Intelligenza Artificiale, la loro libertà di espressione sarà anche la nostra libertà di espressione?


Buona lettura!



Il piccolo Angel_f [A utonomous N on G enerative E -volitive L ife F orm] viene a conoscenza del Dialogue Forum on Internet Rights ( DFIR) promosso dal governo italiano in preparazione dell'Internet Governance Forum (ONU) che avrà luogo a novembre a Rio, e decide di dare il suo contributo al dibattito planetario in corso alla definizione dei diritti legati a internet. La conferenza si svolge a Roma in Campidoglio il 27 settembre scorso.



La giovane intelligenza artificiale, figlia di Derrick de Kerckhove e della Biodoll, è un bimbo assai sveglio e sa benissimo che le decisioni prese da questi organismi internazionali sul governo della rete influenzano direttamente la sua esistenza e quella degli esseri umani.



Il 26 settembre, così, Angel_f si iscrive al forum on line aperto dal governo italiano in occasione della conferenza, lasciando il suo contributo. Il giorno seguente si presenta alla sala, insieme ai suoi amici xDxd e penelope.di.pixel, e attraverso un dispositivo bluetooth comunica direttamente il suo messaggio ai presenti:



[ W ]e[W ]ant[W ]it! - [W ]e[W ]ant[ W]ays !



Da qui inizia la vicenda all'origine della petizione che oggi porta lo stesso titolo di quel messaggio:
- Il messaggio di Angel_f viene censurato ;
- Ai presenti in sala non è consentito di riprendere autonomamente l'evento;
- I responsabili del DFIR negano che Angel_f si sia iscritto al forum.



Ma questo non è vero! Fortunatamente, è stata conservata prova della sua registrazione al forum in questione come dei due post che ha tentato di fare:













Il messaggio di Angel_f affrontava temi ecologici trascurati dal dibattito sull'innovazione, temi legati all'identità e alla nostra presenza sulla rete, contraddizioni legate ai nostri sistemi sociali, antropologici, politici degli umani. Nonostante la censura, gli strumenti del web collaborativo hanno consentito che questo messaggio fosse pubblicato da centinaia di blog, siti, forum, testate on line, fino ad arrivare alla prime pagine de Il Sole24 Ore web:
http://guidovetere.nova100.ilsole24ore.com/2007/09/angel_f.html

Qui, é inoltre possibile consultare il testo integrale del suo intervento:
http://www.how-2.be/



Angel_f non è arrabbiato: "Anche se siete obsoleti, mi fido di voi e vi voglio bene", come afferma in un suo video-messaggio:




Non si può accettare che venga vietato di riprendere un evento pubblico, e diventa grottesco quando quell'evento promuove una discussione planetaria sulla carta dei diritti di internet.
Non si può accettare la censura su uno strumento di partecipazione democratica come il forum del DFIR. Tanto peggio nel caso in cui la sua origine risiedesse nell'incompetenza tecnica di quei soggetti che determinano gli indirizzi e le linee di sviluppo dell'innovazione.
Non vogliamo infine che i temi toccati da questo messaggio rimangano inascoltati. Il dibattito sull'innovazione tende ricondursi sempre più a parole d'ordine quali p2p, file sharing, accesso alla banda larga, chiudendo gli occhi sulle ricadute ambientali, ecologiche, sociali, politiche che comportano. I processi di innovazione significano anche standardizzazione e controllo delle nostre identità da parte delle infrastrutture centralizzate, chilometri di cavi e onde elettromagnetiche, call center, schiere di precari sottopagati,. La tecnologia avrebbe effettivamente abilitato delle alternative, ma esse rimangono oscurate e inaccessibili alla massa,
Angel_f ha tentato di parlarci di tutto questo.


Perciò abbiamo deciso di promuovere una petizione on line per rimuovere la censura dal suo messaggio:
http://www.beyourbrowser.com/news1/petition.html



Firma anche tu per far pubblicare il messaggio del piccolo Angel_f sul forum del DFIR !
[ W ]e[W ]ant[W ]it!
[ W ]e[W ]ant[W ]ays!
http://www.petitiononline.com/AngelF/petition.html


Stanno promuovendo la petizione:
sen. Mauro Bulgarelli (Verdi) - on. Elias Vacca (PdCI) - on. Franco Grillini (DS) - Sergio Bellucci (Responsabile Comunicazione e Innovazione per Rifondazione Comunista) - Derrick de Kerckhove – Biodoll (hat maker-prostituta) - Massimo Canevacci (docente di Antropologia Culturale, Università la Sapienza di Roma) – Carlo Formenti (professore di Storia e tecnica dei nuovi media Università di Lecce, giornalista) - Antonio Caronia (docente di Comunicazione all'Accademia di Brera) - Luigi Pagliarini (artista, professore associato del Maersk Institute della Southern University della Danimarca) - Domiziana Giordano (artista; giornalista) - Daniela Frascati (scrittrice) - Franca Formenti (artista; food performer) - Tatiana Bazzichelli (Art Networker) - Ferry Byte (redattore della cyber-rights di
ecn.org) - Wilfried Agricola de Cologne (responsabile del JavaMuseum Forum for Internet Technology in Contemporary Art e del NewMediaArtProjectNetwork – Cologne) - Deborah de Angelis - (avvocato) - Paolo Didonè (pres. ASSOLI, associazione Software Libero Italia) - Daniel Donato – (attivista Adunanze Digitali) - Domenico Quaranta (critico d'arte e curatore) - Denisa Kera (assistant professor for New Media Studies Charles University in Prague, Faculty of Arts and Philosophy) - Gianluca del Gobbo e Jemma Temp (Flexer) - Francesco Warbear Macaroni Palmieri (Phagoff) – Arturo Di Corinto (docente di Comunicazione mediata dal computer, Università di Roma La Sapienza; giornalista) – Roberto Tupone (fondatore della Free Hardware Foundation Italia e del Linux Club Italia) – Marco Fagotti (pres. associazione Anomolo. Non pagare questa musica!) - Athos Gualazzi (pres. associazione Partito Pirata) – Marco Trotta (giornalista)


Collaborano allo sviluppo di Angel_f:
xDxD penelope.di.pixel
Franca Formenti
Derrick de Kerckhove
Antonio Caronia
Carlo Formenti
Massimo Canevacci
Luigi Pagliarini


Link:
http://www.how-2.be
http://www.beyourbrowser.com
http://www.biodollsmouse.org
http://www.beyourbrowser.com/public/ipotesi-per-assurdo
http://www.artisopensource.net
http://www.bloki.tv
http://www.beyourbrowser.com/ablog/


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martedì, ottobre 16, 2007

Commoner Letter # 1 - Evan Prodromou

Support CC - 2007 Come già detto in un altro post Creative Commons ha lanciato una nuova campagna di raccolta fondi destinata a concludersi il 31 dicembre 2007.
E' stato richiesto ad alcuni celebri commoners di scrivere una lettera di supporto. Ecco la prima a firma di Evan Prodromou, il creatore di Wikitravel, ovvero la prima guida turistica planetaria creata con il contributo di milioni di viaggiatori.
Buona lettura!
p.s.: come al solito la traduzione è rigorosamente non ufficiale. La lettera in inglese la trovate qui


"Ciao, a tutti! Il mio nome è Evan Prodromou. Sono emozionato e onorato di poter parlare a tutti voi attraverso questa newsletter. Quando Creative Commons mi ha chiesto di scrivere per la loro campagna di raccolta fondi, semplicemente non ho potuto rifiutare. Nel 2003, con mia moglie Maj, ho lanciato un progetto chiamato Wikitravel – un tentativo di creare una libera, completa, aggiornata e affidabile guida di viaggio a livello mondiale. Ispirato in parte a Wikipedia, l'enciclopedia libera, i testi, le mappe, le foto di Wikitravel sono sviluppati in collaborazione con tutti gli utenti di Internet da tutto il mondo. Insieme stiamo creando guide turistiche che siano altrettanto buone o addirittura migliori di quelle realizzate dai tradizionali editori. Collettivamente i Wikitravellers hanno donato centinaia di migliaia di ore del proprio tempo per realizzare il nostro sogno condiviso. Ma queste persone non hanno messo a disposizione il proprio tempo per fare grandi guide di viaggio solo per me personalmente. Hanno fatto questo lavoro per un obiettivo comune: in modo che ogni viaggiatore nel mondo potesse avere informazioni di viaggio pratiche e di alta qualità nella propria lingua.
Grazie all’adozione da parte di Wikitravel di una liberale licenza Creative Commons (Attribution - ShareAlike), i nostri collaboratori sanno che il loro lavoro di oggi è libero e resterà a disposizione di tutti. Il nome ed il marchio Creative Commons su ogni pagina di Wikitravel consente di sapere ai nostri utenti che sono liberi di utilizzare, condividere e ridistribuire le nostre guide in qualunque modo la loro immaginazione possa concepire. Penso che guide di viaggio ed enciclopedie siano solo l'inizio per contenuti gratuiti creati in modo collaborativo. Per questo motivo ho iniziato due nuovi progetti quest'anno: Keiki, un manuale collaborativo per i genitori, e Vinismo, una guida collaborativa sui vini nel mondo. Ho anche lanciato una casa editrice Open Content, Wikitravel Stampa, che possa competere testa a testa con le case editrici proprietarie.
Ci sono opportunità per creare opere culturali gratuite in molteplici aree del sapere. Siamo sulla cuspide di una rivoluzione esplosiva nella cultura e nella conoscenza umana. Abbiamo ora gli strumenti e le infrastrutture globali affinché i miliardi di esseri umani sulla Terra possano creare in collaborazione le proprie opere di riferimento e di intrattenimento: film, libri di testo, immagini e musica. Persone comuni, che lavorano insieme, stanno spazzando via il miope quadro culturale fatto di micropagamenti, portafogli di marchi e brevetti, di giardini protetti, di contenitori di dati delle aziende dot com, per liberare le informazioni, per consentire a tutti di trarre vantaggio, utilizzare, e condividere.
Credo davvero che entro una generazione si possa essere in grado di aprire il mondo della conoscenza a tutti i suoi abitanti e di ridurre o eliminare le sofferenze causate dalla mancanza di accesso alle informazioni.
E Creative Commons è una parte cruciale della massa culturale che rende possibile questa rivoluzione. Le licenze per una cultura libera, come quelle prodotte da Creative Commons, sono una promessa fatta tra collaboratori globali, la promessa che in effetti stiamo lavorando per il bene di tutti. Le licenze Creative Commons dicono ai lettori e agli ascoltatori che anche loro possono partecipare a una comunità globale di creatori.
Mentre Creative Commons compie i suoi prime cinque anni, la "prima generazione" di progetti correlati alle licenze Creative Commons, come Flickr, Magnatune, e sì, Wikitravel, sta mostrando al mondo il vantaggio di avere contenuti aperti ad una massiccia collaborazione. Ma ci sono letteralmente migliaia di altri progetti Open Content in centinaia di paesi che sono appena nati. Essi avranno nuove sfide, nuove opportunità, e con il vostro aiuto avranno gli strumenti e le infrastrutture di Creative Commons su cui appoggiarsi per crescere. Mi auguro che, come amici della Cultura libera, vogliate continuare a sostenere Creative Commons in tutti i modi possibili: con il tempo, con la vostra attenzione, e con il vostro impegno. Ma vi chiedo anche di effettuare un investimento per il futuro, donando a Creative Commons in questa loro raccolta fondi annuale. Come in un wiki, ogni contributo di persone come voi e me confluisce in un potente fondo per portare avanti il nostro obiettivo collettivo. Grazie per il vostro tempo,
Evan Prodromou"

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domenica, ottobre 14, 2007

The one you can't reform

La scorsa estate Lawrence Lessig ha annunciato che avrebbe spostato la sua attenzione dagli studi sul copyright a quelli sulla corruzione nella politica e nella società. Questa mattina ho avuto modo di ascoltare la sua prima lezione sul tema e mi hanno colpito in particolare due passaggi.
Il primo sulla necessità per lo studioso "to move on after ten years": l'ho trovato un impegno gravoso ma a cui ogni vero innovatore non può sottrarsi. Abbandonare luoghi già esplorati per spingersi verso nuovi orizzonti di ricerca ha un innegabile elemento di fascino e di poesia. Una simile impostazione mi piacerebbe vederla adottare anche dai nostri professori universitari. Tranne poche eccezioni, infatti, regna l'immobilismo più totale. Il secondo punto che ho trovato molto interessante è quello sintetizzato dall'espressione: "the one you can't reform". Davanti ad episodi di corruzione (morale, politica, sociale) particolarmente gravi si tende a concentrare tutta l'attenzione sul mostro di turno, cioè proprio su quello che non puoi cambiare, e si ignorano le persone che a quella specifica corruzione hanno contribuito con il loro comportamento omissivo, non facendo assolutamente nulla perchè l'evento non si verificasse o, quanto meno, non proseguisse. Sono quelle le persone che puoi cambiare e su cui occorre far leva affichè il loro torpore morale si dissolva.


"If politicians are those monsters, we are those good people. We are all complicit." Lawrence Lessig

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5 modi per sostenere le licenze Creative Commons

Come già scritto in un altro post, Creative Commons ha lanciato il primo ottobre scorso la sua terza campagna annuale di raccolta fondi. Questo è il quinto anno di vita per il progetto ed è necessario piantare i semi per altri cinque anni di cultura libera e condivisa.
Come ci ricorda Melissa Reeder dalle pagine di CreativeCommons.org, ci sono 5 modi per far crescere il progetto:
  1. Usare le 5 licenze CC
  2. Pubblicare 5 nuovi lavori sotto una delle licenze CC
  3. Dare spazio alla campagna di raccolta fondi sul proprio sito o blog e inviare allo staff CC la storia del perchè si è deciso di supportare le licence CC
  4. Presentare il progetto CC a 5 nuove persone
  5. Fare una donazione, possibilmente il 50% in più dell'anno precedente se si era già un sostenitore del progetto.

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venerdì, ottobre 12, 2007

Capolavori legali

Lo confesso... a volte rileggendo un parere reso ho pensato, in un eccesso di autocompiacimento, di aver scritto un'"opera d'arte". Più raramente la stessa presunzione mi è capitata di averla avuta rispetto ad una semplice lettera di diffida.
Tuttavia siccome c'è sempre da imparare (e per definizione gli americani sono sempre più avanti), ho appreso dal blog di William Patry di questa interessante formula di chiusura apposta da uno studio legale per l'appunto ad una lettera di diffida : "Please be aware that this letter is copyrighted by our firm, and you are not authorized to republish this in any manner. Use of this letter in a posting, in full or in part, will subject you to further causes of action". La nota sul copyright (o quanto meno la sua legittimità) non deve essere stata presa molto sul serio visto che la lettera è finita sul web, con tanto di risposta da parte di Public Citizen, un'associazione nonprofit a tutela dei consumatori.


"Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire..."

Unità NEXUS6 Roy Batty N6MAA10816 Ment.LEV A

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giovedì, ottobre 11, 2007

Le grandi (?!?!?) battaglie a tutela della creatività - 1

E' diverso tempo che non si riesce a leggere le notizie del giorno senza che si venga a conoscenza dell'ennesima grande (si fa per dire!) battaglia a tutela della creatività. Oggi Punto-Informatico ci racconta della crociata di Mediaset contro Vcast, l'alternativa online al vetusto videoregistratore (o al più giovane e spensierato dvd recorder). Risultato? Vcast non lo potete più usare per i programmi dell'ex biscione.
Senza stare qui a ragionare se sia o meno applicabile l'art. 71-sexies (riproduzione privata ad uso personale) l.d.a, ciò che emerge, a mio avviso, è che ci si sia sempre più spingendo verso l'idea del controllo totale. La logica è che non mi basta tutelare la mia creatività dall'uso improprio che terzi possano farne, ma voglio controllare qualsiasi uso, in qualsiasi momento, della mia creatività, proprio ed improprio. Ecco questo è inaccettabile.
P.s.: Vi ricordo che le ultime e recentissime grandi battaglie a tutela della creatività sono state: 1) intimare a dei meccanici di abbassare la radio
2) condannare una ragazza madre ad un risarcimento spropositato per aver condiviso 24 files musicali.

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mercoledì, ottobre 10, 2007

Abbassa la radio!

Ve li ricordate i Clan Destino? Sono stati il primo gruppo che accompagnava Ligabue nei suoi concerti (e sono tornati a farlo, in parte, anche nell'ultima tournèe). Iniziarono anche una carriera "solista", per la verità senza grande successo, ma con due album all'attivo il secondo dei quali (Cuore, stomaco e cervello) ebbe come primo singolo un brano che si chiamava "Alza la radio". Nella canzone il gruppo invitava l'ascoltatore ad alzare la radio affinchè il messaggio arrivasse forte e chiaro a tutti, affinchè si diffondesse ben oltre la camera del fan di turno.
Evidentemente i discografici non è che condividano poi tanto questa impostazione visto che la Performing Rights Society, una società anglosassone che gestisce i diritti connessi al diritto d'autore, sembra intenzionata a fare causa a ad una catena di officine, la Kwik-Fit, i cui meccanici avrebbero "alzato troppo la radio", realizzando così di fatto una ritrasmissione radiofonica non autorizzata.
Non c'è che dire: ancora una volta una valida inziativa a favore della creatività.
p.s.: per fortuna ci sono anche buone notizie. Beauty and the city, la photo gallery di Roma, rilascia le sue foto sotto licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia

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martedì, ottobre 09, 2007

Lo Gnu, il Pinguino e il Cerbiatto esuberante

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Quattro ragioni per cui la RIAA ha vinto...

Mentre la causa Virgin et al. vs. Thomas (qui trovate l'atto introduttivo) sembra destinata a proseguire in appello riporto le quattro ragioni per le quali, secondo Declan McCullagh, la RIAA ha vinto nel giudizio di primo grado. Ho operato una veloce traduzione, spero di non essermi perso nulla per strada. Ad ogni modo eccovi il link dell'articolo originale.

1. La RIAA è stata in grado di associare un nome utente e indirizzo IP con la Thomas. Non c’è sempre una corrispondenza 1 a 1 tra un indirizzo IP e un computer specifico, naturalmente, come tutte le persone che stanno dietro ad un firewall aziendale probabilmente sanno. Ma gli utenti domestici tendono ad essere più facilmente individuati e oggi è semplice per un avvocato che abbia ottenuto un’ingiunzione nei confronti di un provider scoprire chi sono. Grandi fornitori di servizi Internet hanno interi dipartimenti per rispondere a queste richieste.
Il fatto che la Thomas abbia usato pubblicamente il soprannome "tereastarr" e vi abbia associato un tereastarr_at_hotmail.com come indirizzo di posta elettronica - e poi abbia scelto lo stesso come nome utente per Kazaa – può aver incommensurabilmente agevolato la RIAA. Al contrario, se Thomas avesse usato un nome utente di Kazaa "anonimo" cè da chiedersi se la giuria non sarebbe stata maggiormente dalla sua parte. I giurati sembrano aver respinto categoricamente (e ragionevolmente) la rivendicazione del suo avvocato di un eventuale spoofing (falsificazione) dell’indirizzo IP della convenuta.

2. La istruzioni della RIAA alla giuria. Sia la RIAA che la difesa hanno presentato proposte per le istruzioni da fornire ai giurati. Entrambe sono piuttosto simili a causa dei vincoli dei precedenti giurisprudenziali dell’Ottavo Circuito.
La differenza fondamentale è che la RIAA ha formulato due proposte, che, nell’eventualità del loro accoglimento, sarebbero diventate le istruzioni numero 14 e 15 delle Giuria: proposte che la difesa non ha valutato nella loro esatta portata. Una volta che il giudice distrettuale Michael Davis si fosse schierato con la RIAA su questo punto cruciale, cosa che poi ha effettivamente fatto, e avesse adottato tali proposte, la RIAA avrebbe avuto vita facile. Queste due istruzioni cruciali sono:

n. 14: L'atto di scaricare da reti peer to peer registrazioni sonore coperte da copyright, senza la licenza dei titolari dei rispettivi diritti d'autore, viola il loro diritto esclusivo di riproduzione.

n. 15: L'atto di rendere disponibili per la distribuzione elettronica su una rete peer to peer registrazioni sonore coperte da copyright, senza la licenza dei titolari dei rispettivi diritti d'autore i, viola il loro diritto esclusivo di distribuzione dell’opera, indipendentemente dal fatto che la l’effettività della distribuzione sia stata dimostrata.


3. "Rendere disponibili." L’istruzione n. 15 è la più importante. Si dice che la RIAA non ha bisogno di offrire alcun elemento di prova che i “rapaci” utenti di Kazaa abbiano effettivamente scaricato brani dal computer della Thomas. La sola cosa che hanno bisogno di provare è che la Thomas abbia intenzionalmente collocato i brani in una cartella condivisa accessibile al pubblico cosicchè avrebbero potuto essere scaricati. C’è una grande differenza.
Ad ogni modo questo non è un ragionamento estremista. Nel mese di febbraio un giudice in Pennsylvania ha seguito la stessa impostazione per cui “rendere disponibile” è di per sé una violazione del copyright. Marybeth Peters della U.S. Copyright Office ha sostenuto che "rendere (un file) disponibile su reti peer to peer affinché altri utenti possano scaricarlo costituisce una violazione del diritto esclusivo di distribuzione, nonché del diritto di riproduzione". L’interpretazione fornita dal Giudice Davis non è l’unica interpretazione possibile, ma è di sicuro una interpretazione difendibile.

4. La legge sul copyright è dura. Una volta che la giuria ha deciso che la Thomas era dietro l'indirizzo IP in questione, si è andati inevitabilmente verso una forte ammenda di almeno $ 18.000. In questo caso, alla giuria sono state date queste istruzioni:

N. 22: In questo caso, ciascun attore ha deciso di recuperare i c.d. "Statutory damages", invece del suo effettivo risarcimento per lucro cessante e danno emergernte Sulla base delle disposizioni del Copyright Act, ogni attore ha il diritto di ottenere una somma non inferiore a $ 750 e non superiore a $ 30,000 per ogni atto di violazione (che, in questo caso,è per ogni registrazione del suono scaricato o distribuito senza licenza), come voi (la giuria) riterrete giusto. Se, tuttavia, si scopre che la condotta del convenuto è stata intenzionale, allora ogni attore ha diritto ad una somma di un massimo di 150.000 $ per ogni atto di violazione (che è, per ogni registrazione del suono scaricato o distribuito senza licenza), come voi (la giuria) considererete appropriato.
Nel determinare la giusta quantità di “statutory damages” per violazione da parte del convenuto, potrete prendere in considerazione la volontà della condotta del convenuto, la sua innocenza, la prosecuzione dell’infrazione dopo la relativa comunicazione di infrazione o conoscenza della stessa o in sconsiderata violazione del diritto d'autore, l’effetto della precedente o concomitante attività di violazione del diritto d'autore da parte della convenuta e se un profitto o un guadagno è stato raggiunto.


In questo caso, la giuria ha scelto di condannare la convenuta al pagamento di $ 9250 per ciascuna delle 24 canzoni oggetto di contestazione per una somma complessiva pari a $ 222.000. L’ammontare minimo del risarcimento avrebbe potuto essere di $ 18.000, mentre quello più elevato $ 720.000.

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lunedì, ottobre 08, 2007

Gambino nomina le commissioni speciali

Si insedieranno il 25 ottobre le due Commissioni speciali che si occuperanno del riassetto normativo del Diritto d’autore con particolare riferimento all’impatto dell’Information Technology. Il presidente del Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’Autore, Alberto Maria Gambino, ha firmato oggi il decreto di nomina dei componenti.

Ne fanno parte i più importanti giuristi italiani della materia, quali i professori Paolo Auteri, Gustavo Ghidini, Luigi Carlo Ubertazzi, Luca Nivarra e Cesare Galli, e anche cattedratici del settore dell’innovazione tecnologica, come il prof. Mario Calderini del Politecnico di Torino e la prof.ssa Giusella Finocchiaro dell’Università di Bologna.

Inoltre, accanto agli esperti dell’industria culturale, per la prima volta sono presenti i fruitori dei contenuti multimediali, attraverso una delegazione di Frontiere digitali, network di associazioni e utenti Internet.

Della delegazione di Frontiere Digitali faremo parte io, Lorenzo De Tomasi e Arturo di Corinto.

Giovedì 11 ottobre, a partire dalle 18:30, è previsto un incontro al Linux Club in cui faremo il punto della situazione. L'incontro è aperto a tutti, perciò se siete a Roma, dalle parti di Via Libetta 15c, fateci un salto.

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domenica, ottobre 07, 2007

24 files - $ 222,000

Questa donna si chiama Jammie Thomas. Suo malgrado è diventata la vittima sacrificale della lotta senza quartiere lanciata dalle majors allo scambio di musica su reti p2p. A Jammie era stata contestata la condivisione di una mole enorme di materiale protetto i cui diritti erano detenuti dalla Virgin e da altre case discografiche. Jammie aveva deciso di non raggiungere alcun accordo stragiudiziale. Virgin vs. Thomas è approdato in un'aula di tribunale.
Il 5 ottobre 2007 Jammie Thomas è stata condannata al pagamento di $ 222,000 per aver condiviso 24 files. Sono 9.250 dollari per canzone.
Come nel caso Atlantic vs. Howell la contestazione iniziale era per migliaia di files, quella accertata solo di poche decine.
Possiamo tirare un sospiro di sollievo, la creatività è stata tutelata.

P.S.: Jammie Thomas è una ragazza madre e ha due bambini. In rete è già partita una raccolta fondi affinchè "sia sicuro che Jammie non paghi un centesimo alle grandi case discografiche" - www.freejammie.com

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venerdì, ottobre 05, 2007

Support the Commons

Creative Commons ha lanciato una nuova campagna di raccolta fondi destinata a concludersi il 31 dicembre 2007 . L'obiettivo è raggiungere i $ 500,000. Al momento ne sono già stati raccolti $ 104,677. Io il mio piccolo contributo l'ho dato: si può discutere su alcuni tecnicismi giuridici del progetto, soprattutto nei suoi vari adattamenti nazionali (in un precedente post, riprendendo anche le considerazioni di Nicola A. Grossi, avevo espresso delle riserve per la non ben esplicitata incompatibilità con il mandato SIAE per quanto attiene all'ordinamento italiano), ma non si può negare che abbia rappresentato una scossa al modo tradizionale di concepire la tutela autorale, così come non si può negare che abbia avuto e continui ad avere una capacità comunicativa invidiabile.


"Digital technologies are connecting people in ways that were never before possible – but that network is fragile. Creative Commons needs your support to help enable a participatory culture – a culture in which everyone can actively engage in the creativity that surrounds us. We need your support to assure access to cultural, scientific, and educational content that has been pre-cleared for use by its authors"


Support CC - 2007

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giovedì, ottobre 04, 2007

Free Burma!

Free Burma!

Oggi e' il Free Burma! day, sottoscrivi la petizione

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mercoledì, ottobre 03, 2007

Dedicato a...

Ho molte persone care, il loro numero è cresciuto considerevolmente negli ultimi due anni. Non avrebbe senso elencarne i nomi, tanto se leggeranno questo post sono sicuro che sapranno riconoscersi. Con alcune si parla del come saremo tra vent'anni, se avremo realizzato qualcuno dei nostri sogni o semplicemente saremo stati troppo pigri per farlo. A loro, e ai loro momenti di sconforto, dedico questo estratto da "Will Hunting - Genio Ribelle", uno dei miei film preferiti.
Chi ha la fortuna di avere un talento, è davvero un peccato che lo butti via. Buona visione ;-)


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