mercoledì, luglio 30, 2008

Non è un buon periodo per Google & co.

Non è un buon periodo per Google e il suo pupillo, You Tube. Prima la notizia della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di quattro dei suoi dirigenti, ora la citazione da parte di Mediaset per "illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio-video di proprietà delle società del Gruppo".

Una richiesta di risarcimento pari a 500 milioni di euro.

Troppi spezzoni de "I Cesaroni", troppe esibizioni degli "Amici di Maria De Filippi"... decisamente troppi se si considera che Mediaset offre lo stesso servizio a pagamento e per 1,99 euro a puntata la stessa Mediaset vi "permette" di rividere "i Cesaroni" e tanto altro... con delle piccolissime limitazioni ("RICORDA! Potrai vedere i contenuti esclusivamente sul PC sul quale è stata attivata la fruizione del servizio (con il primo PLAY), per il periodo di tempo specificato nella pagina del prodotto scelto").

Ecco, mi chiedo se siamo di fronte ad episodi di pirateria o a forme di autotutela da parte di consumatori avveduti.

Sono curioso di vedere come si concluderà il giudizio (salvo accordi transattivi) e soprattutto quale ruolo in esso giocherà la disciplina dettata dal D.lgs 70/2003.

Naturalmente non è mia intenzione difendere lo sfruttamento commerciale intenzionale delle opere altrui. Google vende spazi pubblicitari esattamente come Mediaset e non è giusto che il suo traffico (e, dunque, i suoi profitti) sia originato da opere per le quali non sono stati corrisposti i relativi diritti.

Ciò non toglie che non si può equiparare una piattaforma di pubblicazione di contenuti inseriti dagli utenti con un tradizionale canale televisivo. Non è così sul piano normativo, non è così sul piano del semplice buon senso.

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