martedì, maggio 26, 2009

PEC di Stato: il Decreto è in Gazzetta... ed è già (quasi) da modificare... aspettando la gara.

E' stato pubblicato in G.U. n. 119 del 25 maggio u.s., il D.P.C.M. recante "Disposizioni in materia di rilascio e di uso della casella di posta elettronica certificata assegnata ai cittadini".

Qualche giorno fa ho detto perchè mi sembra un pessimo modo di diffondere una tecnologia e quali effetti mortiferi per il mercato questo approccio possa avere.

Ora c'è una novità ulteriore, che potrebbe dare al tutto il senso della farsa.

Il Decreto di cui sopra, infatti, dà attuazione, ai commi 5 e 7 dell'articolo 16-bis, D.L. 185/2008, convertito in legge 2/2009 che così recitano: "5. Per favorire la realizzazione degli obiettivi di massima diffusione delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni, previsti dal codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ai cittadini che ne fanno richiesta è attribuita una casella di posta elettronica certificata. L'utilizzo della posta elettronica certificata avviene ai sensi degli articoli 6 e 48 del citato codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005, con effetto equivalente, ove necessario, alla notificazione per mezzo della posta. Le comunicazioni che transitano per la predetta casella di posta elettronica certificata sono senza oneri.
7. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, sono definite le modalità di rilascio e di uso della casella di posta elettronica certificata assegnata ai cittadini ai sensi del comma 5 del presente articolo, con particolare riguardo alle categorie a rischio di esclusione ai sensi dell'articolo 8 del citato codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005, nonché le modalità di attivazione del servizio mediante procedure di evidenza pubblica, anche utilizzando strumenti di finanza di progetto. Con il medesimo decreto sono stabilite le modalità di attuazione di quanto previsto nel comma 6, cui le amministrazioni pubbliche provvedono nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio."

Succede però che, per il gioco degli emendamenti, è in fase di approvazione (pressocchè certa entro fine mese) un disegno di legge, attualmente al Senato, che andrà a modificare proprio il comma 5 in precedenza citato, ampliandolo in questo modo: "2. All'articolo 16-bis del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 5, primo periodo, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «o analogo indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che certifichino data e ora dell'invio e della ricezione delle comunicazioni e l'integrita` del contenuto delle stesse, garantendo l'interoperabilità con analoghi sistemi internazionali"

Insomma, una volta che questa norma sarà approvata i cittadini che ne facciano richiesta potranno ottenere o una casella di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta ecc.

E allora come si fa a fare un decreto che ignori deliberatamente l'alternativa alla PEC e che, anzi, immagini una gara solo per caselle PEC?

L'innovazione in Italia assomiglia al gioco dell'oca... un passo avanti e due indietro... tutti rigorosamente in ordine sparso!

UPDATE: Il disegno di legge a cui faccio riferimento nel post è stato approvato oggi in via definitiva al Senato. A quiesto punto, il D.P.C.M. è decisamente da riscrivere.

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