domenica, settembre 27, 2009

In rete girano tante bufale

Non so se qualcuno di voi ricorda la storia della poesia "lentamente muore" di Martha Medeiros, per anni circolata in rete come opera di Pablo Neruda. Una classica "bufala" internettiana, talmente convincente, che ne rimase vittima l'allora Ministro della Giustizia, Clemente Mastella. che la citò (attribuendola a Neruda) nel suo discorso al Senato, rassegnando le dimissioni dall'incarico.

Insomma, se uno faceva una ricerca con "muore lentamente" e "neruda" venivano fuori oltre 40.000 risultati: di chi mai avrebbe dovuto essere quella poesia se 40.000 siti, blog, forum la attribuivano al grande poeta cileno?

A me sembra che la continua "minaccia alla libertà di espressione/informazione" in Rete (la minaccia naturalmente 9 volte su 10 viene da Berlusconi e dai suoi fascistissimi luogotenenti) sia l'ennesima bufala internettiana, talmente diffusa che nessuno si prende più la briga di valutare le fonti.

Lo dicono tutti, qualcosa di vero ci sarà, no?

Invece è una bufala... prendete ad esempio l'ennesima inutile polemica sul disegno di legge Pecorella/Costa (non me ne voglia Guido Scorza, ma le nostre opinioni su questo divergono parecchio).

Ce la si prende con un innocuo progetto di legge (che con tutta probabilità non arriverà mai al voto in aula) il quale dice una cosa al limite del banale, la legge sulla stampa (che è del 48, quindi non poteva che immaginare un certo scenario) deve trovare applicazione a "tutti i siti aventi natura editoriale".

Non a tutti i siti.

A tutti i siti aventi natura editoriale.

Ora, la cosa è intuitiva: se il direttore responsabile di Repubblica, testata registrata al tribunale di ecc., ha determinate responsabilità, non si capisce per quale ragione (se non un buco normativo dovuto alla vetustà della legge) le stesse responsabilità non debba averle il direttore responsabile di Vattelapesca.it, testata registrata presso il tribunale di ecc.

Naturalmente, la cosa non è così semplice, il diritto non lo è mai. Cessa di essere "certo" il giorno che lasci i banchi della facoltà di giurisprudenza ed entri in un tribunale.

Il problema, si dice, è che l'espressione "aventi natura editoriale" sarà oggetto di valutazione, caso per caso, da parte dei giudici.

E allora? Non è lo stesso per il concetto di oscenità degli atti e per decine di altre disposizioni del codice penale o di leggi speciali?

Allora, per essere coerenti, il ragionamento tiriamolo fino in fondo: dire che quella norma è "un pericolo" significa dire che la magistratura è un pericolo per la "libera manifestazione del pensiero" in questo paese.

Significa dire che una magistratura incapace, con una norma del genere in mano, finirebbe per dire che quasi ogni sito ha natura editoriale.

Bene, ci siamo arrivati. Il pericolo per la democrazia in Italia è la magistratura.

Vuoi vedere che Berlusconi ha ragione e Costa e Pecorella sono spie comuniste? :-)

P.s.: il 3 ottobre ci sarà anche una manifestazione per la difesa della libertà minacciata. Ne daranno notizia tutti gli organi di stampa (finanziati lautamente dallo Stato). Il giorno dopo ne scriveranno tutti i giornali e ne parleranno tutte le telivisioni. Perchè è importante che la stampa informi i cittadini che, in Italia, non c'è libertà di stampa.

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5 Commenti:

Alle 1:03 PM , Anonymous francesco ha detto...

Non me ne voglia Scorza, che apprezzo per la sua vivacissima attività a favore della libertà della rete, ma spesso trovo le sue iniziative e il suo blog conditi di eccessivo allarmismo.

 
Alle 12:20 AM , Anonymous leonardo ha detto...

Ciao Marco,
Essendo di sinistra provo una naturale avversione per l'agire di Berlusconi. Nonostante questo a lui va riconosciuto di aver saputo rinnovare la politica di destra, cosa che a sinistra abbiamo appena iniziato a fare. L'unica cosa che siamo stati capaci di fare è sostantivare la nostra incapacità e creare "l'antiberlusconismo". E' una piattaforma poco solida ed è interessante per me sentire critiche da persone intelligenti come te che non hanno i miei criteri di giudizio.

Sulla manifestazione però, per essere sincero mi pare che tu abbia un po' eccesso nel gusto della critica. Ho l'impressione che se invece di parlare di libertà in pericolo fosse una manifestazione contro le pratiche anti competitive ed il quasi-monopolio di mercato delle aziende del Cavaliere, l'avresti presa diversamente. Ahimè, una posizione dominante nel mercato dell'informazione è anche un rischio per la libertà di riceverla, l'informazione.

un saluto,
leonardo.

 
Alle 11:06 AM , Blogger Marco Scialdone ha detto...

Ciao Leonardo,

purtroppo la manifestazione non c'entrava nulla con le nobili finalità che indichi (per inciso, non ho mai visto fare manifestazioni di piazza a favore del "mercato". Sono altri i luoghi deputati alla discussione), ma c'entrava solo ed esclusivamente con una legittima critica all'attuale Presidente del Consiglio.

Ad ogni modo la manifestazione si è svolta, ne hanno parlato tutti i mezzi di informazione prima, durante e dopo (qualcuno si è permesso addirittura di criticarla! I soliti fascisti/collaborazionisti).

Da domani però, tutti i giornalisti che protestavano ieri chiedano ai loro editori di rinunciare al finanziamento pubblico che tiene in vita intere testate, che nessuno compra.

Chiedano di affrancarsi da questa dittatura che comprime la loro libertà di espressione, chiedano di non prendere più quei soldi che servono per pagare i loro stipendi.

Quando faranno questo, quando faranno una manifestazione in cui i giornalisti chiederanno la cancellazione del contributo statale all'editoria per garantire la loro libertà di espressione, io sarò il primo a scendere in piazza.

In rete e fuori vedo solo il solito italianissimo "piangi e fotti".

 
Alle 10:43 PM , Anonymous leonardo ha detto...

Non è mica vero che l'informazione è libera perchè prende soldi dallo stato. La RAI ne è la prima prova, che per definizione cambia CDA ogni elezione. D'altra parte, se sei d'accordo che il mercato dell'informazione è distorto (e Berlusconi è una delle cause) non vedo quale sia il motivo per criticare una manifestazione che questo denuncia.
Poi si può criticare l'antiberlusconismo, l'esagerazione, a me non piace Repubblica e neanche Il Manifesto, spesso i compagni di manifestazione non si scelgono. ma se un presidente del consiglio "suggerisce" ai pubblicitari di non fare inserzioni sui giornali che lo criticano, considerato che gestisce buona parte delle inserzioni pubblicitarie, trovo giustificato protestare.

In ogni caso, anche se capisco che a questo punto non sarebbe facile, anche io ti invito a non lasciare FrontiereDigitali, altrimenti l'argomento rimane in mano a gente che la pensa allo stesso modo e sarà più difficile parlare con tutti.

 
Alle 10:54 PM , Blogger Marco Scialdone ha detto...

Forse nella foga mi è saltata qualche virgola :)

Intendevo dire esattamente il contrario: non è il finanziamento pubblico a garantire la libertà di stampa ma è il finanziamento pubblico che consente a molte testate di andare in stampa pur non avendo mercato.

Sul resto, ti ringrazio per l'invito ma ho già deciso in altro modo.

Continueremo comunque a confrontarci ;)

 

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