domenica, gennaio 31, 2010

Decreto Romani.... ecco appunto.

Delle due l'una: o ci troviamo di fronte ai "tiranni" più sprovveduti del mondo oppure la blogosfera italiana è così ansiosa di essere censurata che i censori se li inventa.

''Le probabili modifiche- ha proseguito- riguarderanno il cinema, ma faremo chiarezza anche per quanto riguarda il web''. Romani ha quindi spiegato che ci sono stati incontri con Google e Yahoo: ''discussioni - ha precisato - dalle quali siamo usciti soddisfatti'' (fonte ANSA).

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venerdì, gennaio 29, 2010

Decreto Romani... e se avesse ragione Cassinelli?

Questa storia del Decreto Romani è indubbiamente interessante.

Vi invito a leggere questo post di Cassinelli: esprime un punto di vista diverso.

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martedì, gennaio 26, 2010

Che sorpresa!

Da Il Sole 24 Ore di oggi (pag. 35): "Ieri il Ministero della Funzione Pubblica ha chiuso la fase di selezione delle offerte, in cui la proposta di Poste Italiane, Postecom e Telecom ha battuto quella della concorrente lanciata da Aruba, Fastweb e Lottomatica e attende ora l'aggiudicazione definitiva".

Ma dai? Che sorpresa! :-)


lunedì, gennaio 25, 2010

On Air... ops... fioccano notizie

"Purtroppo, a causa dell'arrivo di nuove notizie, siamo stati costretti a restringere il tempo a nostra disposizione sull'argomento. Spero che sia disponibile per la prossima occasione, sono sicuro non mancherà" (dalla redazione di BaoBab)

Le notizie quando arrivano arrivano... :-)

On Air

Oggi su BaoBab (RadioUno - dalle 15:40 alle 17:20), nella rubrica di tecnologia, si parla di pirateria informatica.

Gli amici del Partito-Pirata mi hanno chiesto di intervenire come portavoce.

Let's stay tuned :-)

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mercoledì, gennaio 20, 2010

Idee confuse

E' nota la vicenda che vede opposta la FAPAV nei confronti di Telecom Italia innanzi al Tribunale Civile di Roma.

E' una riedizione del caso Peppermint, con il solito conflitto tra la privacy dei frequentatori delle reti p2p e la protezione del diritto d'autore.

La questione giuridicamente parlando è assai complessa. Basta leggersi questa sentenza della Corte di Giustizia Europea per rendersene conto.

Il 15 gennaio, però, FAPAV pubblica sul suo sito un comunicato stampa in cui sintetizza le ragioni per cui, a differenza del caso Peppermint, l'attività posta in essere non sia da considerarsi lesiva della privacy degli utenti.

Nel comunicato c'è un passaggio che evidenzia la confusione sovrana finanche di chi agisce in giudizio:

"Infine ci permettiamo di ricordare che sia la Corte di Giustizia delle Comunità Europee nella sua decisione del febbraio 2009 nel caso LSG/Tele2  che la Corte di Cassazione nella sua recentissima sentenza del 23 dicembre scorso (vedi Il Sole on-line dello stesso giorno) hanno affermato l'obbligo degli intermediari (come Telecom)  di vigilare affinchè attraverso la loro rete non vengano commessi degli illeciti."

Peccato che la sentenza della Corte di Cassazione richiamata (caso "The Pirate Bay") è relativa ad un procedimento penale, mentre FAPAV sta agendo in sede civile.

La differenza non è da poco, anzi, a rileggersi i provvedimenti relativi al caso Peppermint, sta tutta lì.

lunedì, gennaio 18, 2010

Una discussione interessante...

Stefano Quintarelli lancia sul suo blog una interessante discussione sulla natura giuridica di YouTube alla luce delle recenti modifiche delle condizioni d'uso sull'incorporamento dei video in siti terzi.

La domanda che si pone Quintarelli è la seguente: "Youtube acquisisce diritti dagli utenti, determina usi ammissibili dei contenuti, cede diritti d'uso dei contenuti (a pagamento). Tutto cio' rientrerà nelle esenzioni previste per chaching, hosting e mere conduit ?"

La mia opinione, ridotta ai minimi termini, è che YouTube e i servizi similari siano degli ibridi che non rientrano pienamente in nessuna delle tre categorie di esenzione immaginate dal legislatore comunitario. Questa è la ragione per cui anche la giurisprudenza fa fatica ad inquadrarne le relative condotte.

Per molti aspetti YouTube assomiglia a un broadcaster (e, dunque, non un soggetto che semplicemente ti consente di "broadcast yourself", come recita il claim) che trasmette contenuti forniti (generati, talvolta) da terzi e incassa i relativi introiti pubblicitari, in alcuni casi condividendoli con i fornitori dei predetti contenuti.

Quando la direttiva comunitaria immagina un'esenzione (a certe condizioni) di responsabilità per l'hosting provider è evidente che abbia in mente un tipo di servizio diverso, ad esempio quello offerto a pagamento da provider come Aruba o, gratuitamente, da provider come Altervista. Soggetti, cioè, che affittano uno spazio vuoto e quello che ci metti dentro non è affar loro (a certe condizioni).

La discussione in ogni caso è davvero interessante e con tutta probabilità sarà il cuore del processo di revisione in corso della direttiva comunitaria sul commercio elettronico.





domenica, gennaio 17, 2010

Alzi la mano chi...

...prima di esprimere la propria opinione sullo schema di decreto legislativo attuativo della direttiva 2007/65/CE si è letto:

  1. il testo della direttiva;
  2. il testo dello schema di decreto, per intero;
  3. il testo unico della radiotelevisione, per intero.

Sarà il blog, ma ho la sensazione che si sono alzate poche mani.

Ma si, continuiamo a scrivere di complotti... che almeno la nostra democrazia resta ben solida.

Updated: mi era sfuggito questo ottimo post di Quintarelli.

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venerdì, gennaio 15, 2010

Acquisti di un pomeriggio di gennaio...


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giovedì, gennaio 14, 2010

La digitalizzazione (urgente) della giustizia

Oggi ho partecipato ad un convegno organizzato dall'Associazione Avvocati per l'Europa e dalla rivista Foroeuropeo sulle novità contenute nell'articolo 4 del recente decreto legge 193/2009 in materia di digitalizzazione del sistema giudiziario.

Come al solito ho caricato la mia presentazione su Slideshare.



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mercoledì, gennaio 13, 2010

C'è un giudice.... a Mantova

Il tribunale di Mantova, con sentenza 24 novembre 2009 (cfr. "Il sole 24 ore" di oggi, 13 gennaio, pag. 39) relativa ad un caso di diffamazione a mezzo web ha ricostruito in modo esemplare (e, per una volta, attenendosi alla lettera della legge) la differente posizione del content provider e dell'hosting provider: "...deve distinguersi la posizione del content provider da quella dell'host provider sussistendo la responsabilità risarcitoria del primo e l'irresponsabilità del secondo per gli illeciti eventualmente posti in essere online, salvo l'obbligo dell'host provider di rimuovere il dato illecito di terzi di cui sia venuto a conoscenza"

Chiaro e lineare:

1. L'hosting provider non è responsabile in linea generale per i contenuti "ospitati", in forza delle disposizioni di cui al D.lgs 70/2003;
2. Lo diventa nel momento in cui non adempie all'obbligo di rimuovere il dato illecito di cui sia venuto a conoscenza che, tuttavia, sempre in ossequio alla citata normativa, non ha l'obbligo di ricercare.

C'è un giudice... a Mantova.

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lunedì, gennaio 11, 2010

God save the piracy!

Grazie alla dilagante pirateria, il 2009 è stato un altro anno buono per l'industria discografica statunitense.

I dati, resi noti dalla Nielsen Soundscan, parlano di un incremento delle vendite del 2,1%.

Lunga vita alla pirateria!

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sabato, gennaio 09, 2010

Let's do the pirate! (Pirate Party, Roma 14 gennaio 2010)

Giovedì 14 gennaio l'associazione PARTITO PIRATA, presenterà il suo manifesto al Fusolab di Roma, via Giorgio Pitacco 29, alle ore 21.

Riflessioni su libertà digitali, diritto d'autore, p2p e privacy.

Dalle ore 22, DJ SET rocknroll-garage-punk di D1Ng.

Il PIRATE PARTY è pronto a mollare gli ormeggi... siete tutti invitati.

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E se fosse successo da noi (parte II)? Avrebbe dovuto accendere un mutuo...

Paolo Attivismo sul suo blog richiama la notizia della prima condanna in Svizzera per file sharing illegale (leggete l'intero post perchè è molto interessante).

La cosa che mi ha colpito è la tenuità della sanzione: veniva contestata la messa in condivisione di 270 film e oltre 4200 brani musicali. La pena? 400 franchi, circa 270 euro e 30 "aliquote" (sul blog di Paolo ho scoperto che trenta aliquote corrispondono a trenta giorni di guadagno dell'imputato, praticamente un mese di stipendio e che, comunque, sono state sospese con la condizionale).

Da noi le cose sarebbero andate parecchio diversamente. L'aspetto penale è irrisorio (la pena prevista dall'articolo 171, comma 1, lett. a-bis) L.d.A. è oblazionabile e pagando circa 1000 euro il reato si estingue) ma fastidioso.

Quello che determina la vera "mazzata" è la sanzione amministrativa prevista dall'articolo 174 bis L.d.A., pari al doppio del prezzo di mercato dell'opera e in misura comunque non inferiore a 103 euro. Quel che è peggio è che la sanzione amministrativa si applica per ogni violazione e per ogni esemplare abusivamente duplicato o riprodotto.

Facendo due conti nel caso svizzero la sanzione amministrativa sarebbe ammontata a 103*4470= 460.410 euro.

Roba che devi accendere un mutuo o venderti la casa... ne sa qualcosa il malcapitato della provincia di Isernia.



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venerdì, gennaio 08, 2010

E se fosse successo da noi? (ovvero, l'erba del vicino è sempre più verde)

Leggo sempre con grande interesse il Blog di Stefano Quintarelli.
Qualche giorno fa mi ha colpito questo post: "Chiuderne 4500 per silenziarne 2: Il governo canadese per chiudere DUE siti critici del suo operato ne rimuove altri 4500 in Germania!"
Il governo canadese (evidentemente ci deve essere un rischio democratico anche lì) ha chiesto e ottenuto l'oscuramento di due siti di parodia sull'operato del ministero dell'ambiente.
La ragione della richiesta è sufficientemente inquietante: evitare la confusione su un tema così delicato come quello delle politiche ambientali ("We trust you appreciate the importance of avoiding confusion among the public concerning Canadian governmental affairs and that you will assist us in preventing this hoax from spreading further.").
Vien quasi da tirare un sospiro di sollievo per il fatto che da noi si pensa al massimo ad un codice di autoregolamentazione.

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domenica, gennaio 03, 2010

Conservazione sostitutiva: un anno e il decreto ci sarà mai?

Esattamente un anno fa, con la conversione del D.L. 185/2008 (lo stesso della PEC obbligatoria) in legge 2/2009, veniva introdotta una importante novità nei processi di conservazione sostitutiva: veniva eliminato l'obbligo dell'invervento del Pubblico Ufficiale per i c.d. originali analogici unici.

Tuttavia la norma prevedeva l'adozione di un D.P.C.M. con una formula "potenziale" ("Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri possono essere individuate particolari tipologie di documenti analogici originali unici per le quali, in ragione di esigenze di natura pubblicistica, permane l'obbligo della conservazione dell'originale analogico oppure, in caso di conservazione ottica sostitutiva, la loro conformita' all'originale deve essere autenticata da un notaio o da altro pubblico ufficiale a cio' autorizzato con dichiarazione da questi firmata digitalmente ed allegata al documento informatico").

E' passato un anno e nessun provvedimento è stato adottato.

A questo punto è necessario che intervenga quanto meno un chiarimento, perchè è innegabile che la norma ha facilitato enormemente i processi di conservazione sostitutiva (e di questo va dato merito al Governo) ma ha creato una zona grigia che deve essere precisata.

Quando si chiede di realizzare cambiamenti importanti nella tenuta della documentazione non ci possono essere elementi in grado di ingenerare incertezza e, dunque, frenare l'innovazione.

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sabato, gennaio 02, 2010

Milleproroghe 2010: un altro anno di burocrazia per gli Internet Point

DECRETO-LEGGE 30 dicembre 2009, n. 194 "Proroga di termini previsti da disposizioni legislative".

Art. 3
Proroga di termini in materia di amministrazione dell'interno

1. Al comma 1 dell'articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, le parole: «fino al 31 dicembre 2009» sono sostituite dalle seguenti: «fino al 31 dicembre 2010».

Morale della favola: ogni volta che vi dicono: "Non vi preoccupate, è solo per poco non vale la pena lamentarsi" non credeteci.

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