mercoledì, gennaio 20, 2010

Idee confuse

E' nota la vicenda che vede opposta la FAPAV nei confronti di Telecom Italia innanzi al Tribunale Civile di Roma.

E' una riedizione del caso Peppermint, con il solito conflitto tra la privacy dei frequentatori delle reti p2p e la protezione del diritto d'autore.

La questione giuridicamente parlando è assai complessa. Basta leggersi questa sentenza della Corte di Giustizia Europea per rendersene conto.

Il 15 gennaio, però, FAPAV pubblica sul suo sito un comunicato stampa in cui sintetizza le ragioni per cui, a differenza del caso Peppermint, l'attività posta in essere non sia da considerarsi lesiva della privacy degli utenti.

Nel comunicato c'è un passaggio che evidenzia la confusione sovrana finanche di chi agisce in giudizio:

"Infine ci permettiamo di ricordare che sia la Corte di Giustizia delle Comunità Europee nella sua decisione del febbraio 2009 nel caso LSG/Tele2  che la Corte di Cassazione nella sua recentissima sentenza del 23 dicembre scorso (vedi Il Sole on-line dello stesso giorno) hanno affermato l'obbligo degli intermediari (come Telecom)  di vigilare affinchè attraverso la loro rete non vengano commessi degli illeciti."

Peccato che la sentenza della Corte di Cassazione richiamata (caso "The Pirate Bay") è relativa ad un procedimento penale, mentre FAPAV sta agendo in sede civile.

La differenza non è da poco, anzi, a rileggersi i provvedimenti relativi al caso Peppermint, sta tutta lì.

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