domenica, febbraio 07, 2010

Bad news: il Codice dell'Amministrazione Digitale rischia il balzo del gambero

L'amico Andrea Lisi ha avuto modo di visionare la bozza di Decreto Legislativo di riforma del Codice dell'Amministrazione Digitale che il Governo si appresta ad adottare in ragione della delega conferitagli dal Parlamento con l'articolo 33 della legge 69/2009.

Vi consiglio la lettura dell'articolo che ha scritto sul tema perchè evidenzia perfettamente le conseguenze nefaste che un certo modo (scellerato!) di normare in materia di documento informatico rischia di produrre.

C'è un passaggio dell'articolo che mi piace riportare perchè riprende fedelmente quanto ebbi modo di dire (con Andrea abbiamo spesso identiche vedute e questo non può che rendermi felice) nel mio intervento al Convegno sul Diritto Amministrativo Elettronico di quest'anno: "si cerca di far percorrere al documento informatico le strade tortuose del documento cartaceo. Esiste l’originale e la copia nel mondo cartaceo? Bene, allora li introduciamo pure nel mondo digitale, dimenticando la storia del diritto dell’informatica e le stesse caratteristiche (e i relativi vantaggi) della digitalizzazione documentale".

La speranza è che, come per il Decreto Romani, si ravvedano in corso d'opera.

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1 Commenti:

Alle 6:29 PM , Anonymous G.C. ha detto...

Sul CAD c'è da registrare la forte spinta lobbistica del notariato. Loro sì che sono uniti ed hanno capito l'importanza strategica dei nuovi processi di certificazione, riproduzione e conservazione. Tra i nostri chi dovrebbe alzare la voce non è in grado di comprendere (figurati se è in grado di interloquire). D'altra parte i nostri non sono stati in grado di difendere le nostre esclusive, come puoi aspettarti che attacchino, con argomenti validi, le esclusive di una categoria tradizionalmente privilegiata? In questo campo la scelta di adattare la tecnologia alle norme giuridiche (ed aggiungerei l'aggettivo dispregiativo "vigenti") è perdente in partenza. Ma a quanto pare questo dobbiamo attenderci perchè i professori si accapigliano con superbia ed arroganza sulle definizioni e creano solo maggiore confusione. Paradossalmente noi pratici dobbiamo sperare nell'insurrezione dei cittadini (che non ce la fanno più in tutti i sensi) e nelle concessioni inconsapevoli che potrà farci il volenteroso Ministro.
G.C.

 

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