martedì, marzo 02, 2010

Dal bit alla carta e ritorno

Il Ministro Brunetta ha emanato una circolare diretta alle Pubbliche Amministrazioni sull'uso della Posta Elettronica Certificata.

Nella circolare si legge che "le amministrazioni si adopereranno inoltre affinchè le comunicazioni istituzionali utilizzino in percentuale sempre maggiore il canale della Posta Elettronica Cerficata, non solo realizzando il collegamento tra le caselle di posta elettronica ed i sistemi per il protocollo informatico dei documenti, ma anche dotandosi di strumenti per l'apposizione della firma digitale sui documenti da trasmettere, nei casi previsti dalla legge".

Infatti, il Ministro ha dato subito il buon esempio. Ha apposto la sua bella firma autografa in calce a un documento che era nato digitale.

Poi qualcuno l'ha stampato, ne ha fatto diverse copie, le ha inserite in un firmario, ha raccolto la sigla del funzionario di turno (cfr. ultima pagina in basso a sinistra) e lo ha sottoposto alla firma di Brunetta che con una bella penna ha firmato il documento.

Lo stesso impiegato poi è tornato indietro, ha passato il tutto allo scanner e ha convertito il risultato della scansione in .pdf.

Mi raccomando, però, le (altre) Amministrazioni firmino digitalmente i documenti da trasmettere.

Etichette: , , ,

1 Commenti:

Alle 10:48 AM , Anonymous Maurizio Piazza ha detto...

Buongiorno,
l'articolo rappresenta molto bene il processo che sistematicamente si replica nella PA per una moltitudine di analoghi documenti (circolari, comunicazioni ed altro). Infatti fa emergere bene le evidenti contraddizioni di questa fase ibrida fra carta (documento analogico) e digitale (documento informatico), che non sono solamente tecnologici ma soprattutto organizzativi.
Se poi, nel caso di questa circolare, si prendessero in considerazione i tempi ed i costi per la sua redazione e sottoscrizione (non è escluso che per la firma sia stato sguinzagliato un addetto che si è fatto a piedi il giro degli uffici) ... la cosa sarebbe ancor più impressionante.
Però possiamo darne anche una lettura pragmaticamente positiva, considerando la normativa vigente.
La tipologia di documento, una circolare, rientra in uno dei casi esplicitamente citati dalla direttiva sull'uso della posta elettronica nelle pubbliche amministrazioni. L'accento in questo caso, anche per il risparmio che ne consegue, è posto più sulle modalità di trasmissione (la posta elettronica, appunto, in sostituzione della posta tradizionale) che sulla "forma" del contenuto (su cui si potrebbe aprire un altro capitolo).

Quindi andrebbe verificato attraverso quali canali (compreso il fax!) è stata diffusa la presente circolare, oltre alle modalità sul come è stato formato ed emanato il documento.
Forse la vera assurdità sarebbe proprio lì.
Cordialmente,
Maurizio Piazza

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page

Powered by Blogger

Iscriviti a
Post [Atom]