lunedì, maggio 31, 2010

L'innovazione? Non paga.

Stante a quanto riferisce Il Sole 24 Ore di venerdì 28 maggio, l'articolo 7, comma 2 della manovra finanziaria varata dal Consiglio dei Ministri prevederebbe la soppressione dell'IPOST, l'ente di previdenza del gruppo Poste Italiane.

La notizia ha fatto subito il giro della rete perchè molti si sono ricordati che il 6 maggio 2010 (cfr. la lettera di Brunetta) l'ente era stato premiato dal Ministro Brunetta nell'ambito del concorso "Premiamo i risultati".

Scriveva allora il Ministro: "ho il piacere di comunicarLe che la Sua amministrazione è risultata fra le 37 meritevoli di una menzione speciale per aver attuato nel 2009 un piano di miglioramento che ha coinvolto diffusamente l'organizzazione e gli stakeholder e raggiunto risultati significativi"

Uno dei progetti finalisti, peraltro, riguardava la fatturazione elettronica.

Hai innovato? Sei soppresso.

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domenica, maggio 30, 2010

Parole sante...

"Se si comincia a parlare di DRM e diverse tecnologie con cui provare a gestire questi sistemi per noi è davvero una battaglia persa perché la community è sempre molto più vasta, e il numero di persone in circolazione che vogliono provare a contrattaccare quella tecnologia, che sia per piratare il gioco o semplicemente per curiosità, è molto più numeroso dei nostri team di sviluppo. La vera risorsa da giocare per vincere la battaglia contro la pirateria è dare ai videogiocatori una "piattaforma" online capace di attrarli fornendo loro strumenti di partecipazione attiva e di interconnessione con il mondo di gioco e gli altri player in tutto il mondo. " (Frank Pearce, co-fondatore di Blizzard Entertainment)

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Caso TV Gratis: la sentenza del Tribunale di Milano

Ho pubblicato su computerlaw il testo della sentenza relativa al caso SKY c. TV Gratis e Telecom Italia.

Grazie al Prof. Ubertazzi per avermela gentilmente inviata.

Credo che meriti di essere letta con particolare attenzione, almeno per due motivi:

1. E' la prima sentenza del genere (almeno che io ricordi) in ambito civile. Gli altri casi di responsabilità da link per la visione di partite di calcio riguardavano procedimenti penali.

2. Viene riaffermata la sostanziale irresponsabilità dell'access provider (nel caso di specie Telecom) rispetto alle condotte poste in essere da un suo utente, ma, allo stesso tempo, mi pare che si sposi la tesi della Cassazione (v. caso The Pirate Bay) sulla possibilità per l'autorità giudiziaria di chiedere al provider di inibire l'accesso ad un determinato sito. Su quest'ultimo aspetto, come già detto in altra sede, resto perplesso: una simile conclusione mi pare distorsiva del senso del terzo comma dell'articolo 14 D.lgs 70/2003.

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domenica, maggio 23, 2010

DDL Intercettazioni e rettifica "siti informatici"

Circa un anno fa gli amici Guido Scorza ed Ernesto Belisario avevano lanciato un'iniziativa volta ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su una norma contenuta nel DDL intercettazioni che avrebbe finito per estendere a tutti i siti tout court l'obbligo di rettifica previsto per i giornali e la carta stampata.

Allora, pur condividendo la preoccupazione, ritenevo (come, peraltro, anche altri giuristi internettiani) che la norma, sia pur scritta male, non potesse avere quell'effetto per la sua collocazione sistematica all'interno della legge sulla stampa.

Guido, però, informa di un emendamento approvato al Senato che spazza completamente via (almeno così a prima vista) l'interpretazione "benevola" da me prospettata.

Nell'emendamento, infatti, invece di chiarire il concetto di siti informatici si finisce per estenederne enormemente la portata (Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica).

L'inciso "ivi compresi" evidenzia che la categoria dei siti informatici cui l'obbligo di rettifica si applicherebbe è assai più vasta dei soli quotidiani e periodici diffusi per via telematica, come sarebbe stato ragionevole ritenere in virtù, ripeto, della collocazione sistematica della norma.

Visto che il DDL in questione contiene norme discutibili nel suo complesso, la speranza è che il vasto movimento di opinione che si è creato grazie all'iniziativa di tanti intellettuali, gironalisti, attivisti possa portare ad un ripensamento dell'intero disegno di legge.

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venerdì, maggio 21, 2010

Play Machinima Law - Convegno AMADIR

Oggi pomeriggio ho partecipato ad un convegno organizzato da AMADIR sulla proprietà intellettuale in rete.

Di seguito la mia presentazione. Ho usato il machinima come pretesto per due riflessioni:

1) Rispetto ad espressioni di fan culture come il machinima l'under enforcing del copyright operato dai principali produttori di videogame si è rivelato una scelta assai saggia. Forse anche i produttori di contenuti musicali dovrebbero ispirarsi alla stessa filosofia.

2) Questa nuova creatività generata dagli utenti sta ridefinendo il concetto di "opera derivata"?

Grazie agli amici di AMADIR per la meravigliosa ospitalità!


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domenica, maggio 16, 2010

Parole, parole, parole...

Brunetta, 13 maggio 2008: "Basta con la carta - ha dichiarato il neoministro - dovrà sparire nel giro di un anno e mezzo. Non si torna indietro - ha sottolineato - dobbiamo tagliarci i ponti alle spalle".

Un anno e mezzo passa in fretta...

(Due anni dopo)

Presidenza del Consiglio, 11 maggio 2010: "le domande devono essere presentate mediante consegna a mano o raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzate al Dipartimento per l'informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio per l'informazione e la comunicazione istituzionale – Servizio per le pubblicazioni ed eventi – Via Po, 14 – 00198 – Roma, con allegata la necessaria documentazione".

Ecco, appunto.


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Non so se riuscirò a sopravvivere all'ennesima minaccia alla libertà in rete

Il Sole 24 Ore pubblica la bozza del Codice di autodiscplina Internet voluto da Maroni.

Cose da sapere prima di criticare:

  1. il codice di autodisciplina non è una legge;
  2. il codice di autodiscplina vincola solo i soggetti che lo abbiano volontariamente sottoscritto;
  3. il codice di autodisciplina non vincola chi non lo ha sottoscritto, salvo che non l'abbia accettato in altro modo.
Ciò detto va ricordato che questa tipologia di codici era ed è incoraggiata dalla direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico (1. Gli Stati membri e la Commissione incoraggiano: a) l'elaborazione, da parte di associazioni o organizzazioni imprenditoriali, professionali o di consumatori, di codici di condotta a livello comunitario volti a contribuire all'efficace applicazione degli articoli da 5 a 15).

Poi se uno ha tempo e voglia di leggere la bozza di Codice, scoprirà che è un sostanziale copia/incolla delle condizioni generali di servizio dei principali social network o delle piattaforme che ospitano UGC.

Una semplice comparazione credo chiarisca bene il concetto.

Questo è quello che c'è scritto nella bozza di codice all'articolo 3.1, lett. f):

"f. proporre testi contrattuali che facciano riferimento al presente Codice e alle Linee guida, e nei quali venga comunque espressamente prevista la possibilità di rimuovere eventuali contenuti illeciti o potenzialmente lesivi della dignità umana, immessi/pubblicati dai contraenti ovvero di risolvere il contratto, previa diffida qualora gli utenti pongano in essere comportamenti contrari alla legge, al presente Codice e alle linee guida"

e questo è quello che (da tempo!) c'è scritto nella condizioni di servizio di Facebook:

"5. Protezione dei diritti di terzi
Facebook rispetta i diritti di terzi e si aspetta che l'utente faccia lo stesso.
1. È vietato pubblicare o eseguire azioni su Facebook che violino i diritti di terzi o violino in altro modo la legge.
2. Ci riserviamo il diritto di rimuovere tutti i contenuti pubblicati su Facebook, nei casi in cui si ritenga che violino la presente Dichiarazione.
3. Facebook fornirà gli strumenti necessari alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale dell'utente. Per ulteriori informazioni, visitare la pagina Come segnalare una violazione della proprietà intellettuale.
4. Se abbiamo eliminato dei contenuti perché considerati in violazione dei diritti intellettuali di terzi, e l'utente che li ha pubblicati ritiene che ci sia stato un errore, ha la possibilità di presentare ricorso.
5. Se l'utente viola ripetutamente i diritti di proprietà intellettuale di terzi, Facebook disabiliterà il suo account nei casi in cui lo riterrà opportuno.
6. È vietato l'uso dei nostri copyright o marchi registrati (inclusi Facebook, il logo Facebook ed F, FB, Face, Poke, Wall e 32665), o di simboli simili che possono indurre a confondersi, senza il nostro previo consenso scritto.
7. Se l'utente raccoglie informazioni da altri utenti, si impegna a: ottenere la loro autorizzazione, specificare di essere lui/lei (e non Facebook) a raccogliere le informazioni, e pubblicare una sua normativa sulla privacy che spieghi quali informazioni raccoglie e come le utilizza.
8. È vietato pubblicare documenti di identità o informazioni finanziarie sensibili su Facebook.
9. È vietato taggare o inviare inviti via e-mail a persone che non sono utenti di Facebook senza il loro consenso."

Insomma, si farà tanto rumore e come al solito sarà per nulla.

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venerdì, maggio 14, 2010

Premi per la cultura si, ma non digitale

Sulla Gazzetta Ufficiale dell'11maggio 2010 n.37 è stato pubblicato il bando relativo all'assegnazione dei Premi della Cultura per l'anno 2010.

Le modalità di presentazione delle domande ignorano la rivoluzione che Brunetta vorrebbe imporre e che un paese moderno meriterebbe.

Come si legge sul sito della Presidenza del Consiglio, infatti, "le domande devono essere presentate mediante consegna a mano o raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzate al Dipartimento per l'informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio per l'informazione e la comunicazione istituzionale – Servizio per le pubblicazioni ed eventi – Via Po, 14 – 00198 – Roma, con allegata la necessaria documentazione".

Dal momento che presentare domande e istanze alla Pubblica Amministrazione in via telematica è un diritto previsto dal Codice dell'Amministrazione Digitale dal 2005, mi auguro che ci sia qualche Associazione (c'è una sezione del premio dedicata alle associazioni) che voglia presentare la propria domanda firmata digitalmente e trasmetterla via PEC.

Se la Pubblica Amministrazione non vuole cambiare, proviamo a farla cambiare noi.


UPDATED: Marco Calvo di Liber Liber ha accolto il mio invito e ha scritto (via PEC) alla casella PEC della Presidenza del Consiglio per chiedere la possibilità di partecipare al bando in via telematica. Vedremo quale sarà la risposta.

giovedì, maggio 13, 2010

Mina v. Fastweb: il testo della sentenza

Il sito Persona e Danno pubblica il testo della sentenza del caso Mina c. Fastweb e altri.

In attesa di scrivere qualcosa di maggiormente ponderato, mi pare sostanzialmente condivisibile il ragionamento del Tribunale di Milano nell'inquadramento della fattispecie.

La cosa che, invece, ad una prima (veloce) lettura non mi pare condivisibile (senza che ciò alteri la correttezza della soluzione interpretativa proposta) è la differenza avanzata dal Tribunale tra la lettera c) e la lettera d) dell'articolo 80 L.d.A. sotto il profilo del downloading del materiale protetto.

Mi sembra che, in contraddizione con quanto affermato poco prima nelle motivazioni (dove correttamente si evidenzia che nelle due ipotesi è la fissazione dell'opera ad essere diversa), si faccia discendere l'applicabilità dell'una o dell'altra ipotesi dalla possibilità o meno di effettuare lo scaricamento del contenuto.

Questo, in tutta sincerità, mi lascia assai perplesso.

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domenica, maggio 09, 2010

Basta che se ne parli male...

La visione di questo estratto di Crozza Alive sulla PEC mi ha fatto capire che in Italia non sei nessuno se non critichi a prescindere.

Mi ha colpito, in particolare, quello che il commentatore fuori campo dice al minuto 3:30: "Peccato, Ministro, che la PEC esista già in tutti gli altri paesi e che, a quanto si sente dire in giro, non funzioni".

A quanto si sente dire in giro...

L'informazione internettiana inizia a produrre gli stessi danni della cattiva informazione televisiva.

Sarà il caso di rifletterci su.

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venerdì, maggio 07, 2010

Workshop LUISS-AGCOM: "Il diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica"

Grazie all'amico Andrea Stazi segnalo questo interessante workshop che si terrà presso la LUISS di Roma (via pola 12 - h. 9:00 / 13:30, il prossimo 11 maggio.

Il programma è decisamente di alto profilo: un'ottima occasione di confronto sulle problematiche del diritto d'autore in rete.

martedì, maggio 04, 2010

Ci vediamo il 21 maggio a Firenze

Il 21 maggio p.v., a partire dalle ore 15, si terrà presso l'Auditorium della Cassa di Risparmio di Firenze, Via Folco Portinari, n. 5/r, il convegno "Profili e Problematiche dei diritti di proprietà intellettuale e industriale in rete", organizzato da AMADIR.

Avrò il piacere e l'onore di intervenire con una relazione sugli aspetti legali del Machinima.

Un grazie a Claudia del Re e agli amici di AMADIR per l'impegno profuso nell'organizzazione dell'evento.

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domenica, maggio 02, 2010

Domande e risposte sulla CEC PAC (o Pec di Stato)

Il PEC day si è rivelato un autentico disastro (quanto meno sotto il profilo della programmazione). Questo credo sia fuori discussione.

Tuttavia, sia pure tra mille difficoltà, molti cittadini sono riusciti a completare la procedura di registrazione e ad attivare, recandosi presso gli sportelli di Poste Italiane, la propria casella di posta elettronica certificata per le comunicazioni con la PA (c.d. CEC-PAC).

A questo punto cosa li attende? Cosa possono fare?


Provo qui di seguito a fare una sintesi degli interrogativi principali.

D: Ho attivato la mia casella nome.cognome@postacertificata.gov.it, adesso dove trovo gli indirizzi delle amministrazioni con cui parlare?

R: http://www.paginepecpa.gov.it/ qui trovate tutti gli indirizzi PEC da utilizzare.

D: Ho bisogno della firma digitale per inviare un'istanza o domanda all'Amministrazione via PEC?

R: No, non è necessario. Come chiarito dalla Circolare n. 2/2010 della Funzione Pubblica, "le pubbliche amministrazioni devono accettare le istanze e le dichiarazioni inviate tramite il servizio PEC al cittadino, che sono valide per l'avvio del procedimento, considerato che tale invio costituisce sottoscrizione elettronica ai sensi delle disposizioni normative".

D: Questo signifca che quando invio un messaggio con la mia CEC PAC questo deve considerarsi come un messaggio da me firmato?

R: Si, occorre familiarizzare con questo nuovo modo di firmare. Attenti, dunque, a mantenere segrete le prorie credenziali di accesso alla casella di posta e a non consegnarle a terzi.

D: Ho attivato la mia CEC PAC, questo signfica che la PA può inviarmi tutto per posta elettronica certificata senza che sia necessario un mio specifico consenso?

R: Si, perchè il consenso è stato prestato in sede di sottoscrizione del contratto di servizio. In un certo senso ho dichiarato un domicilio "informatico" a cui ricevere le comunicazioni.

D: Accidenti, non avevo tenuto conto di questo aspetto. Mi sono pentito, posso revocare il consenso?

R: Si, è sempre possibile farlo. Basta seguire le indicazioni contenute sul sito http://www.postacertificata.gov.it/ alla sezione "Guida Utente".

E ora proviamo a far funzionare le cose. Cambiare, si può.

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