martedì, novembre 30, 2010

Voglio trovare un senso a tante cose....

Che paese straordinario è l'Italia.

Può capitare che di un norma del 2007 vengano adottate le modalità attuative nel 2010 (nonostante dovessero essere adottate nei successivi 60 giorni dall'entrata in vigore della legge "Con decreto del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle comunicazioni, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalita' attuative del comma 589").

E' stato pubblicato, infatti, in G.U. il 27 novembre u.s. il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione recante "Modalita' attuative dell'articolo 2, comma 589, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), recante disposizioni in materia di posta elettronica".

La norma così recita: "Il Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA) effettua, anche a campione, azioni di monitoraggio e verifica del rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 47 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni, nonche' delle disposizioni in materia di posta elettronica certificata. Il mancato adeguamento alle predette disposizioni in misura superiore al 50 per cento del totale della corrispondenza inviata, certificato dal CNIPA, comporta, per le pubbliche amministrazioni dello Stato, comprese le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, e per gli enti pubblici non economici nazionali, la riduzione, nell'esercizio finanziario successivo, del 30 per cento delle risorse stanziate nell'anno in corso per spese di invio della corrispondenza cartacea."

Sulla base del decreto adottato DigitPa (l'ex CNIPA) si vedrà recapitare dalle singole amministratzioni questi dati:

a) numero di caselle di posta elettronica istituzionale ordinaria o certificata;
b) numero complessivo di caselle di posta elettronicaistituzionale certificata o di analoghi indirizzi di posta elettronica basati su tecnologie che certifichino data e ora dell'invio e della ricezione delle comunicazioni e l'integrita' del contenuto delle stesse, garantendo l'interoperabilita' con analoghi sistemi internazionali, corrispondenti al registro di protocollo di cui all'art. 50 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445;
c) numero complessivo dei messaggi inviati dalle caselle di posta elettronica istituzionali;
d) numero complessivo dei messaggi di posta elettronica istituzionale inviata con gli allegati;
e) numero complessivo di documenti inviati, secondo quanto rilevato dai sistemi di protocollo informatico, nonche', ove tuttor presenti, dai registri cartacei di protocollo;
f) rapporto tra il volume complessivo della corrispondenza inviata, cartacea ed elettronica, secondo i dati previsti dalla lettera c) alla lettera e), nonche' le modalita' con cui sono stati ottenuti i dati;
g) i dati sulla spesa sostenuta nell'esercizio finanziario precedente per l'invio della posta cartacea, da cui si rileva il numero di documenti inviati sulla base del costo medio di una spedizione.

Mi sfugge il senso: non riesco a capire perchè DigitPA debba conoscere quante email hanno allegati e quante no.


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sabato, novembre 27, 2010

Disobbedienza civile preventiva

Da www.hackthegov.it:

"Ci auguriamo che l'Autorità Garante per le Comunicazione non confermi la volontà di introdurre nuova burocrazia, autorizzazioni e nuovi balzelli per chi, anche professionalmente e commercialmente, vuole fare informazione nuova in Italia tramite web tv o web radio. Se invece l'ottusità burocratica dovesse prevalere, annunciamo fin da ora che martedi' 30 novembre presso la sede del Partito Radicale, e tramite il sito www.hackthegov.it, presenteremo la nostra piattaforma di Web TV che abbiamo intenzione di condurre in violazione del regolamento quando questo entrerà in vigore.
Con questa iniziativa ci rivolgiamo all'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni riunita oggi per discutere le nuove norme. Ad essa diciamo che non è sufficiente creare la riserva indiana delle web tv o web radio amatoriali, ma è necessario un regolamento che nella sostanza rigetti il principio dell'equiparazione delle regole dell'industria radiotelevisiva italiana ad Internet. La forza della rete è sempre stata quella di rappresentare innovazione, anche nel campo dell'informazione professionale, senza la necessità di chiedere autorizzazioni, pur nel rispetto delle leggi. Conosciamo purtroppo molto bene quale sarà la fine del web se esso verrà assoggettato alle stesse regole che hanno portato all'attuale disastro del sistema radiotelevisivo italiano".

Sarà la velocità della rete, ma a 34 anni mi sento terribilmente vecchio.

Ero rimasto alla disobbedienza civile vecchio stile, quella che facevi contro disposizioni di legge esistenti.

Mi pare di capire che adesso, invece, la disobbedienza civile sia preventiva e a prescindere: se la norma esiste o non esiste, se esiste in una certa forma o in un'altra è un dettaglio irrilevante.

Sempre in ragione della senilità precoce continuo a non capire (ci si rimbambisce ad una certa età) perchè se Mediaset fa la televisione in televisione gli si devono applicare alcune regole, mentre se Mediaset fa la televisione sul web non gli si deve applicare nessuna regola.

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venerdì, novembre 26, 2010

Esistono più norme di quante voi umani...

Se ne è parlato in questi giorni in Rete, a partire dal sempre attento Stefano Quintarelli.

Mi riferisco al Decreto Legislativo del 22 ottobre u.s. (in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) che recepisce nel nostro ordinamento la direttiva 2008/63/CE.

Sintesi giornalistica: in funzione delle nuove norme saremo costretti a chiamare un tecnico specializzato per installare un semplice modem wi-fi o un router a casa nostra In caso contrario, pesanti sanzioni.

A me sembra che le cose non stiano proprio così. O meglio, se stanno così, ci stanno già da parecchio tempo.

Il Decreto legislativo in questione, infatti, va ad abrogare (per sostituirne le previsioni) la legge 109/1991 e il Decreto Ministeriale delle poste e telecomunicazioni n. 314/1992.

In quest'ultimo, in particolare, si prevede:

Art. 3.
1. L'installazione, il collaudo, l'allacciamento e la manutenzione delle apparecchiature terminali, omologate con la procedura di cui all'allegato 11, parte integrante del presente decreto, debbono essere eseguiti dal gestore del servizio pubblico o da imprese autorizzate ai sensi dell'art. 4, in conformita' alle norme CEI, alle norme per la sicurezza degli impianti ed alle altre norme vigenti in materia.

Art. 5
1. Gli abbonati possono provvedere direttamente all'installazione, al collaudo, all'allacciamento ed alla manutenzione di apparecchiature terminali omologate con capacita' non superiore a due linee urbane, qualora l'allacciamento alla terminazione della rete pubblica richieda il solo inserimento della spina nel relativo punto terminale.

La nuova normativa prevede esattamente la stessa cosa (manca ovviamente il nuovo decreto attuativo) quando afferma:

ART. 2
(Allacciamento dei terminali di telecomunicazione alle interfacce della rete pubblica)
1. Gli utenti delle reti di comunicazione elettronica sono tenuti ad affidare i lavori di installazione, di allacciamento, di collaudo e di manutenzione delle apparecchiature terminali di cui all’articolo 1, comma 1, lettera a), numero 1), che realizzano l’allacciamento dei terminali di telecomunicazione all’interfaccia della rete pubblica, ad imprese abilitate secondo le modalità e ai sensi del comma 2.
2. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, il Ministro dello sviluppo economico, adotta, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto volto a disciplinare:
a) la definizione dei requisiti di qualificazione tecnico-professionali che devono possedere le
imprese per l’inserimento nell’elenco delle imprese abilitate all'esercizio delle attività di cui al comma 1;
b) le modalità procedurali per il rilascio dell’abilitazione per l’allacciamento dei terminali di telecomunicazione all’interfaccia della rete pubblica;
c) le modalità di accertamento e di valutazione dei requisiti di qualificazione tecnico-professionali di cui alla lettera a);
d) le modalità di costituzione, di pubblicazione e di aggiornamento dell’elenco delle imprese abilitate ai sensi della lettera a);
e) le caratteristiche e i contenuti dell’attestazione che l’impresa abilitata rilascia al committente al termine dei lavori;
f) i casi in cui, in ragione della semplicità costruttiva e funzionale delle apparecchiature terminali e dei relativi impianti di connessione, gli utenti possono provvedere autonomamente alle attività di cui al comma 1.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole.

P.s. Certo un'occasione persa per una liberalizzazione dei servizi vera. Ma si sa, questo è il paese delle corporazioni, mica potevamo fare a meno della corporazione degli installatori col bollino.


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domenica, novembre 21, 2010

Vivifacile: perchè non aspettare prima di fare spot televisivi?

Ne avevo parlato già qui quando era stato presentato il progetto.

Riprendo il discorso davvero con tanta amarezza.

Da qualche giorno si vedono in televisione gli spot pubblicitari del portale.

Se uno si collega dopo aver visto lo spot scopre sostanzialmente che è ancora tutto in divenire, che la registrazione "generale" ancora non si può fare, che ci sono solo due link che riportano uno all'iscrizione alla motorizzazione civile e l'altro al portale "scuola mia".

Insomma, di quello che si dice nello spot non c'è traccia.

Non dubito che fra qualche mese sarà tutto funzionante, ma perchè fare la campagna pubblicitaria ora? Perchè non aspettare che i servizi fossero tutti funzionanti? Perchè tirare a campare sempre sull'effetto annuncio? Perchè non "fare" prima e poi "parlare", piuttosto che il contrario?

Ad ogni modo mi sono registrato alla motorizzazione civile. Ho scoperto che anche lì al momento posso fare poco o nulla. In compenso posso controllare online il mio saldo punti della patente. Che bello.


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Microsoft e l'"hacking" di Kinect: se non puoi batterli, alleati con loro

Interessante questa notizia "Microsoft says yes to kinect hacking", anche perchè evidenzia un atteggiamento che Microsoft ha già adottato in passato nei confronti di un altro fenomeno di interazione (non con la console, ma) con i vigeogiochi, il machinima.

Anche in quel caso, piuttosto che arroccarsi su posizioni di difesa ad oltranza della propria proprietà intellettuale, ha lasciato i giocatori/registi potessero operare nella legalità rilasciando le "Game Content Usage Rules".

Con Kinect, sia pure dopo un'iniziale avversità, mi pare si sia deciso di assumere un atteggiamento di maggiore apertura (anche perchè mi pare che il terreno dell'enforcement in questo caso fosse più scivoloso).

Queste le parole di Shannon Loftis, studio Manager di Microsoft Game Studios,"As an experience creator, I’m very excited to see that people are so inspired that it was less than a week after the Kinect came out before they they had started creating and thinking about what they could do".

E qui qualche risultato della creatività degli utenti.

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giovedì, novembre 18, 2010

REFF Book in libreria! (ma anche su Iphone, IPad, web ecc)

Tutto era iniziato così, con una lettera aperta scritta agli organizzatori del RomaEuropaWebFactory per protestare contro un regolamento anacronistico che sembrava ignorare gli aspetti più elementari di quell'arte digitale che pure si voleva promuovere.

Poi capita che ci siano persone a cui non basta protestare, che quando c'è qualcosa che non va ne costruiscono un'altra senza stare troppo a lamentarsi.

Il RomaEuropaFakeFactory (REFF) è stata un'esperienza entusiasmante. Aver contribuito alla sua realizzazione è stata una delle cose professionalmente più appaganti che mi sia capitato di fare.

Oggi quell'esperienza diventa un libro cartaceo, ma anche un'applicazione per IPhone e IPad e una piattaforma che sarà disponibile dal 22 novembre e che renderà il testo una perenne evoluzione.

Il libro è disponibile in formato cartaceo (a pagamento) o può essere letto gratuitamente sul web o su qualunque dispositivo mobile.

Ringrazio chi deciderà di acquistare il libro, di regalarlo o semplicemente di parlarne in giro. E' il frutto dell'entusiasmo, della passione e della voglia di fare di tante, tantissime persone (a partire dai curatori).

Quando vuoi un mondo diverso, vai là fuori ed inizia a costruirlo.

Noi del REFF abbiamo fatto così.




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domenica, novembre 14, 2010

Auguri a Paolo Marzano

Paolo Marzano (nella foto) è stato nominato dal Ministro Bondi alla presidenza del comitato consultivo permanente per il diritto d'autore.

Prende il posto di Alberto Maria Gambino che ne è stato il presidente dal 2007 al 2010.

Al Prof. Gambino un ringraziamento per la disponibilità all'ascolto dimostrata in questi anni e per l'impegno profuso: avendo avuto modo di collaborare con lui e con il suo staff non posso che serbarne un ottimo ricordo.

La mia speranza (e il mio augurio) è che il nuovo presidente sappia dare parimenti spazio a tutte le anime del diritto d'autore, così da garantire un equilibrio tra le legittime istanze degli autori/produttori e le altrettanto legittime istanze degli utenti/consumatori.

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sabato, novembre 13, 2010

Lessig @ WIPO: Ginevra, 4 novembre 2010

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AGCOM è decisamente wired: vai con la fuga di notizie

Qui la fuga di notizie.

Di seguito, invece, quello che da sette anni è previsto nel nostro ordinamento (e che, fino al caso The Pirate Bay, in pochi si erano letti) dal d.lgs 70/2003.

Art. 14
(Responsabilita' nell'attivita' di semplice trasporto - Mere conduit-)

(...omissis...)

3. L'autorita' giudiziaria o quella amministrativa, avente funzioni di vigilanza, puo' esigere, anche in via d'urgenza, che il prestatore, nell'esercizio delle attivita' di cui al comma 2, impedisca o ponga fine alle violazioni commesse.

Art. 15
(Responsabilita' nell'attivita' di memorizzazione temporanea - caching)

(...omissis...)

2. L'autorita' giudiziaria o quella amministrativa aventi funzioni di vigilanza puo' esigere, anche in via d'urgenza, che il prestatore, nell'esercizio delle attivita' di cui al comma 1, impedisca o ponga fine alle violazioni commesse.

Art. 16
(Responsabilita' nell'attivita' di memorizzazione di informazioni - hosting-)

(...omissis...)

3. L'autorita' giudiziaria o quella amministrativa competente puo' esigere, anche in via d'urgenza, che il prestatore, nell'esercizio delle attivita' di cui al comma 1, impedisca o ponga fine alle violazioni commesse.

Art. 17
(Assenza dell'obbligo generale di sorveglianza)

(...omissis...)

3. Il prestatore e' civilmente responsabile del contenuto di tali servizi nel caso in cui, richiesto dall'autorita' giudiziaria o amministrativa avente funzioni di vigilanza, non ha agito prontamente per impedire l'accesso a detto contenuto, ovvero se, avendo avuto conoscenza del carattere illecito o pregiudizievole per un terzo del contenuto di un servizio al quale assicura l'accesso, non ha provveduto ad informarne l'autorita' competente.

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sabato, novembre 06, 2010

Prima regola d'oro: commentare sempre prima di aver letto il provvedimento da commentare.

Non ricordo il nome del film, ma ricordo che Claudio Bisio era uno degli interpreti e aveva il ruolo dell'investigatore. Ad un certo punto mentre interroga i sospetti (prima ancora che sia stato trovato il cadavere) dice "E' mia intima convinzione che occorra prima trovare il colpevole e poi il morto" o qualcosa del genere.

Ecco, con il provvedimento di Maroni sul wi-fi (come, per la verità era capitato con il caso Google/Vividown con tanto di "nota" a sentenza prima ancora che fossero depositate le motivazioni) sta capitando la stessa cosa.

Fioccano commenti (troppo, troppo poco, si poteva fare di più...), senza che nessuno abbia letto nulla.

A questo punto pretendo anche io di dire la mia: secondo me il provvedimento è scritto in un italiano pessimo :-)

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venerdì, novembre 05, 2010

Decreto Pisanu addio? (Updated)

Stando a quanto riporta Repubblica pare che sia arrivata al capolinea la normativa sugli hot spot prevista dal Decreto Pisanu.

Se così dovesse essere, si rivelerebbe ancora una volta azzeccato il vecchio adagio "Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io".

Se questi sono i nemici della rete, speriamo che il Signore li conservi in salute.

Updated: dal sito del Governo, "Infine, pur mantenendo adeguati standard di sicurezza, è previsto il superamento delle restrizioni al libero accesso alla rete WiFi".

Maroni nella conferenza stampa ha detto: "...abbiamo fatto una serie di valutazioni per contemperare l'esigenza di libera diffusione del collegamento wi-fi con quelle legate alla sicurezza e alle misure antiterrorismo. Sono stato in Israele in questi giorni e mi sono confrontato su questo tema con il responsabile dell'antiterrorismo israeliano che ha una qualche competenza in materia e sono arrivato alla valutazione finale che si possa procedere all'abolizione, diciamo, delle restrizioni del decreto Pisanu che come sapete scade il 31 dicembre, rimarrà in vigore fino al 31 dicembre, dal 1 gennaio introduciamo la liberalizzazione dei collegamenti wi-fi attraverso gli smart phone o attraverso altri collegamenti offline senza bisogno come succede oggi di preventivamente registrarsi con la fotocopia del documento d'identità ecc., naturalmente da qui a dicembre valuteremo quali siano gli adeguati standard di sicurezza da mettere eventualmente in capo a chi fornisce il servizio di connettività ma il principio è che dal primo di gennaio i cittadini saranno liberi, gli utenti saranno liberi di collegarsi ai sistemi wi-fi senza quelle restrizioni introdotte cinque anni fa e che oggi sono ampiamente superate dall'evoluzione tecnologica".

Non vorrei apparire megalomane ma a me pare che il superamento del Pisanu sarà attuato nella stessa identica filosofia proposta un anno fa da me e dall'On. Cassinelli: peccato che non se ne ricordererà nessuno.


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Open Data: bene ma sull'open government non siamo all'anno zero

Qualche giorno fa sul sito www.datagov.it dell'Associazione Italiana per l'Open Government è stato pubblicato un Manifesto per l'Open Government.

Dell'associazione fanno parte stimati colleghi ed amici che da tempo si adoperano per un'amministrazione pubblica più trasparente e vicina ai bisogni dei cittadini.

L'iniziativa, dunque, è in assoluto meritoria e condivisibile.

C'è un aspetto, però, che non mi convince: è quella sensazione di essere all'anno zero della trasparenza nell'agire amministrativo che, evidentemente, non corrisponde al vero.

Forse è un mio errore di lettura ma quando si dice nel manifesto (che, dunque, dovrebbe avere un valore programmatico) al primo punto "La partecipazione attiva è un diritto e un dovere di ogni cittadino. L’Open Government si propone di creare le condizioni organizzative, culturali e politiche affinché questo venga esercitato con pari opportunità per tutti", oppure al terzo "L’Amministrazione deve agire in modo da garantire sempre la più completa trasparenza dell’attività di governo e la pubblicità di tutto ciò che è relativo al settore pubblico. Fornire ai cittadini tutte le informazioni sull’operato dell’Amministrazione è indispensabile per realizzare un controllo diffuso sulle attività di governo e sulla gestione della cosa pubblica", si ha quasi la sensazione che vengano cancellati con un colpo di spugna gli sforzi fatti e risultati raggiunti a partire dall'adozione della legge 241/90 (senza voler considerare l'apporto straodirnario dato negli ultimi vent'anni dalla giurisprudenza amministrativa all'esigenza di trasparenza dell'agire amministrativo).

Così come si ha la sensazione che si ritenga superfluo quanto già è stato fatto negli ultimi due anni in materia di trasparenza delle retribuzioni, degli incarichi di consuleza conferiti, delle procedure di selezione del personale nelle società pubbliche: ovviamente le norme non camminano da sole e, per citare Carter, "non si può pensare di rendere migliori le persone attraverso il comando di una legge".

Insomma, non siamo all'anno zero dell'Open Government: molto è già stato fatto.

Sicuramente molto resta da fare sul fronte "open data", sulla condivisione dei dati pubblici in rete, su alcuni servizi da erogare in modalità telematica.

La mia sensazione, però, è che molte delle cose auspicate siano già state fatte ma non vengano apprezzate o sfruttate: il "governo" può anche essere "aperto" ma se nessuno entra ha poco senso.

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lunedì, novembre 01, 2010

Decreto Pisanu... quando l'informazione è scorretta non la correggi più

Colgo l'occasione di questo articolo del Corriere della Sera per parlare della disinformazione in Rete.

Il tema è il c.d. Decreto Pisanu e le sue disposizioni relative al wi-fi.

Come altri articoli sul tema, la premessa è giuridicamente sbagliata "La norma scade il prossimo 31 dicembre, e qualcuno vorrebbe rinnovarla così com'è: cattiva idea".

Non sto qui a ripetere per l'ennesima volta perchè quella disposizione (nella parte relativa agli hot spot pubblici) non sia soggetta a termini di scadenza.

Quello che, invece, trovo interessante (anche riallacciandomi alla proposta di Quintarelli sulle rettifiche di cui ho parlato nel post precedente) è che una volta che un'inesattezza è diffusa in Rete non c'è verso di correggerla.

C'è una continua ripresa acritica di cose dette e scritte da terzi che neppure i giornalisti di mestiere si mettono a controllare. Del resto è semplice: se lo dicono in tanti deve essere vero.

Peccato che quei tanti siano la replica della replica della replica.

Se in questo caso si tratta alla fine di una sciocchezza, di un particolare di poco interesse, in altri casi la ripresa acritica di cose lette in giro e riproposte senza un minimo di verifica può danneggiare terribilmente la reputazione di persone o distorcere per sempre il senso degli eventi.

Prima di retweetare o di condividere, leggiamo con attenzione e manteniamoci critici.

La libertà di pensiero costa fatica.

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