sabato, aprile 16, 2011

YouTube e il copyright: educare, obbedire, combattere

YouTube ha deciso di modificare la propria policy in materia di copyright per essere ragionevolmente certa che i propri utenti non carichino materiale di cui non detengono i diritti.

Se l'utente riceverà una "copyright notification" per uno dei video che ha caricato, dovrà frequentare la "YouTube Copyright school", un tutorial online con tanto di questionario finale per verificare l'apprendimento di quanto appena ascoltato.

La soluzione estrema per i somari e i recidivi sarà la rimozione dell'account.

Qualche osservazione legata all'ordinamento italiano:

1. mettere a disposizione del pubblico su reti telematiche un'opera coperta dal diritto d'autore è nel nostro ordinamento reato penale - o meglio, reato e basta come mi è stato fatto notare nei commenti - (art. 171, comma 1, lett. a-bis) L.d.A.): quindi YouTube più che invitare il proprio utente ad andare a scuola di copyright dovrebbe, anche alla luce dell'articolo 17 D.lgs 70/2003, procedere alla denuncia all'autorità giudiziaria. E' una follia, lo so, ma questo imporrebbe la legge.

2. YouTube ha raggiunto una serie di accordi con SIAE e titolari dei diritti connessi per il materiale messo a disposizione del pubblico così da corrispondere i relativi diritti. Quel materiale è legittimamente online. Come utente, posso consultare da qualche parte una lista di ciò che posso (perchè qualcun altro sta pagando al mio posto) e di ciò che non posso caricare?

3. YouTube mi inviterà ad andare a scuola di copyright anche quando un titolare dei diritti chiederà del tutto abusivamente la rimozione di un video nel quale è utilizzato materiale protetto nell'ambito di c.d. utilizzazioni libere? Dunque, YouTube opererà o meno un controllo sulle segnalazioni e, in ultima istanza, sul materiale?

Sarebbe interessante avere qualche risposta da YouTube.

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2 Commenti:

Alle 10:30 AM , Anonymous G.C. ha detto...

Ciao Marco, Ti invito a rileggere quanto rappresentavo qui:
http://scialdone.blogspot.com/2010/12/google-e-la-globalizzazione-del-diritto.html#c6363686879705648693
come vedi stiamo assistendo ad una autoregolamentazione del fenomeno della pirateria, stabilita unilateralmente da questi "content provider" che si nascondono dietro la autodefinizione di "hosting provider", come dicevo qui:
http://scialdone.blogspot.com/2010/12/google-e-la-globalizzazione-del-diritto.html#c8874219132961680970
In merito a quanto scrivi ci terrei a fare alcune precisazioni: innanzitutto è errato parlare di "reato penale" perchè il reato per definizione è penale (perdonami per la pedanteria ma ti considero un bravo giurista ed un bravo commentatore al contrario di altri ai quali posso anche lasciar sfuggire certe imperdonabili imprecisioni). Poi è errato dire che YT "dovrebbe, anche alla luce dell'articolo 17 D.lgs 70/2003, procedere alla denuncia all'autorità giudiziaria" in quanto un tale comportamento è esigibile solo in caso di manifesta illiceità del contenuto uploadato dall'utente. YT non può scaricare tutta la propria responsabilità (attraverso clausole contrattuali unilateralmente predisposte) sui propri utenti. E' una società che fa profitti grazie alle condotte dei suoi utenti, ha un obbligo di garanzia verso di essi.
Dicevano i latini: ubi commoda ibi incommoda.
G.C.

 
Alle 10:41 AM , Blogger Marco Scialdone ha detto...

Per nulla pedante, hai proprio ragione mi è scappato un "penale" che non c'entrava nulla o meglio era palesemente ridondante.

Sulla manifesta illiceità se ti riferisci all'articolo 16, quella è richiesta solo per le azioni risarcitorie.

A me (ma su questo sono sufficientemente confortato dalla più recente giurisprudenza di merito) pare che il combinato disposto degli articoli 16 e 17 sia sufficientemnte chiaro sull'obbligo di segnalazione all'autorità competenente che in quato caso trattandosi di fatti-reato non può che essere l'autorità giudiziaria.

 

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